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Un ruolo fondamentale nell’insorgenza delle malattie cardiovascolari e dei tumori viene svolto dai cosiddetti radicali liberi (anione superossido, radicale idrossile, ossigeno singolo, idrogeno perossido) che si formano spontaneamente nell’organismo o che possono essere introdotti dall’esterno (inquinamento atmosferco, fumo di sigaretta, ecc.). Questi radicali liberi sono estremamente tossici e possono danneggiare sia il DNA cellulare che l’endotelio dei vasi. Il danno al DNA (molecola nella quale sono racchiuse tutte le informazioni che regolano la funzione di ogni singola cellula) può favorire l’insorgenza di tumori, mentre il danno all’endotelio vasale (strato di cellule che riveste internamente vene e arterie) può determinare l’insorgenza di malattie cardiovascolari. Fortunatamente nell’organismo sono presenti una serie di meccanismi di prevenzione ai quali partecipano enzimi (superossido dismutasi, glutatione perossidasi, catalasi e altri) e sostanze antiossidanti (vitamine C, E e betacarotene, ad esempio) che contrastano l’azione dei radicali liberi tossici. L’esistenza di tali meccanismi e l’effetto protettivo che essi svolgono nei confronti del cancro e delle malattie cardiovascolari sono scientificamente provati da numerosi studi.
Vitamine e malattie cardiovascolari
Da tempo si ritiene che i grassi polinsaturi e le vitamine antiossidanti (vitamina C, E e betacarotene) svolgano un’importante azione protettiva nei confronti delle malattie cardiovascolari. Tra i numerosi studi condotti per dimostrare il grado di questa protezione, particolarmente significativi sono uno studio multicentrico internazionale condotto in Finlandia, Scozia, Svizzera ed Italia ed uno studio della durata di 9 anni (1971-1980) condotto a Basilea. I risultati dei due studi hanno rivelato che i soggetti con bassi livelli ematici di vitamina E (meno di 12mg/100 ml) presentano un tasso di mortalità 5 volte superiore a quelli con circa 1 mg o più per 100 ml.
I risultati di questi studi epidemiologici forniscono solo correlazioni statistiche, mentre per provare la relazione causa-effetto è necessario intervenire somministrando a soggetti sani una vitamina e controllando, dopo alcuni anni, se in essi vi sia una più bassa incidenza di mortalità per cause cardiache. Indagini di questo tipo stanno per iniziare o sono ancora in corso, ed i dati non sono ancora disponibili. Vale comunque la pena ricordare i risultati, pubblicati nel 1962, di uno studio comparativo sul tasso di sopravvivenza in pazienti affetti da claudicatio intermittens (grave malattia che colpisce le arterie degli arti inferiori) trattati e non trattati con 400 mg di vitamina E al giorno. Dopo sei anni, il tasso di sopravvivenza risultava decisamente migliorato nei pazienti trattati con vitamina E.
Vitamine e cancro
Anche per quanto riguarda le malattie neoplastiche numerosi studi epidemiologici hanno dimostrato che l’incidenza di tumori è minore nei soggetti con alti livelli ematici di vitamina C, di vitamina E e di betacarotene.
A tale riguardo, particolarmente significativi sono i risultati di uno studio condotto tra il 1968 ed il 1982 per valutare la correlazione tra i livelli ematici della vitamina E e betacarotene e l’incidenza di cancro della mammella, uno studio condotto a Basilea tra il 1971 ed il 1980 sulla mortalità da cancro ed una sperimentazione condotta in Usa per valutare la relazione tra livelli ematici delle vitamine e l’incidenza del cancro al polmone. Volendo riassumere i risultati di questi tre studi epidemiologici si può affermare che:
- buoni livelli di vitamina C svolgono un’azione protettiva nei confronti del tumore allo stomaco e all’esofago nonché della displasia cervicale (stadio iniziale precanceroso del tumore della cervice uterina)
-la vitamina E abbassa il tasso di mortalità da cancro e svolge un’azione protettiva nei confronti del tumore alla mammella
- il betacarotene svolge un ruolo protettivo nei confronti di cancro del polmone, della vescica, dell’esofago e dello stomaco.
Come per le malattie cardiovascolari, anche nel caso delle neoplasie solo gli studi basati sulla somministrazione di vitamine possono provare il rapporto causa-effetto.
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