L’occhio del bambino
È interessante nel neonato e comunque durante la crescita vedere la correlazione tra l’età, l’altezza, il peso corporeo e la lunghezza dell’occhio (che si sviluppa e cresce né più né meno del resto dell’organismo.)
All’inizio del sesto mese di vita il neonato riesce a fissare bene gli oggetti e carpirne i particolari e soprattutto comincia a distinguere finalmente i colori; a questa età acquisisce anche la competenza gnosica: riconosce il viso della madre dai molti visi sconosciuti.
Al sesto mese tenta di prendere gli oggetti al di fuori della sua portata, riesce a fissarli bene e a distinguere i particolari, matura la visione binoculare singola con un più completo senso della tridimensionalità.
Nessuna preoccupazione se gli occhi fino al sesto mese tendono ad andare un po’ per i fatti loro; è tipica della più tenera età quell’espressione un poco buffa che assumono i bimbi con gli occhi convergenti o divergenti o spostati rispetto all’asse della visione, sembrano strabici ma non lo sono.
Ma se gli occhi sono un po’ divergenti o convergenti dopo il sesto mese, si può cominciare a sospettare uno strabismo, perché quella è l’età nella quale gli occhi del bambino devono assumere il loro aspetto dritto, che poi dovrà restare per tutta la vita.
In caso di strabismo o di anisometropia (notevole differenza di rifrazione tra i due occhi come quando un occhio è molto miope e l’altro non lo è proprio) il cervello non è in grado di fondere le immagini dei due occhi in una sola; per evitare visione doppia o confusa il cervello esclude l’immagine offuscata dell’occhio con il difetto; in questo modo l’occhio più debole diventa pigro cioè ambliope per dirlo con un termine scientifico. In questi casi più la diagnosi è precoce, più è facile avere successo con la terapia.
Da 1 a 3 anni, lo sviluppo della vista di un bambino comincia a percorrere la strada maestra della crescita tumultuosa cui è sottoposto tutto l’organismo; il piccolo segue con attenzione tutto ciò che si muove intorno a lui, i suoi occhi riescono a convergere bene se si avvicina al viso o alla bocca un giocattolo; ma soprattutto comincia a sviluppare un’azione che si rivelerà fondamentale per la sua crescita, cioè collegare vista e memoria, riconoscere persone e oggetti con cui ha familiarità. Il bambino a questo punto ha già cominciato a costruirsi il suo mondo, lo vede, lo riconosce e lo difende.
Tratto dal libro “Salute:occhio malattie e cure” realizzato a cura del dr Lucio Buratto