E’ mia norma assoluta non generalizzare mai perciò ammetto che ci siano persone liete di smettere di lavorare.
In caso contrario, la fine dell’ attività lavorativa porta lo spettro del tempo futuro che a molti sembra di non saper come riempire e la paura della perdita di un certo riconoscimento sociale. Eppure l’uomo può essere “felice” a qualunque età intendendo per felicità la pace con se stessi, il raggiungimento di un equilibrio psichico, di una serenità mentale.
Nei momenti dei grandi cambiamenti come quello che si vive con il pensionamento, propongo ai miei pazienti il fiore di Bach di nome Walnut. Dà coraggio e determinazione, ci aiuta a essere liberi, svincolati da luoghi comuni.
Non più costretti a “timbrare il cartellino” riempiremo il tempo libero con ciò che ci piace.
Perché non uno sport? Assolutamente non agonistico in quanto non voglio più dimostrare, neppure ai miei coetanei, un’eventuale superiorità. Non amo più la differenza penalizzante tra i più bravi e i meno bravi, tra vinti e vincitori. Lascio tutto questo a chi é ancora e soltanto all’inizio di un cammino spirituale. “lo sono cresciuto, non invecchiato” dice il saggio che é maturato interiormente. Insieme a Walnut prescrivo sovente il farmaco omeopatico adatto a ognuno dei miei pazienti. Da questi ascolterò il racconto del loro passato ma non sempre lo ascolterò tacendo. Considero mio dovere da medico dare un consiglio, dire al paziente della necessità di trovare il senso della vita e la propria identità. Dare senso, dare significato, non separare il corpo dalla psiche.
Necessario é quindi ricercare non soltanto quali sono i sintomi fisici ma anche quali i pensieri, le preoccupazioni che hanno provocato tali sintomi.
Ai demotivati prescrivo il fiore di Bach Gentian. Aiuta a ritrovare fiducia, ottimismo, voglia di crescere.
Il personaggio Gentian ha quel tipo di diffidenza che gli impedisce di aprirsi al mondo intero. Si isola per proteggersi da delusioni e ferite. Ogni disagio gli porta sensi di fallimento, di insicurezza, di pessimismo che possono, nei casi più gravi, sfociare in depressione.
Da non sottovalutare, soprattutto per migliorare il tono dell’umore, l’efficacia della “Pet therapy”. La presenza di un animale che ci ama e che ci chiede in cambio così poco, può dare serenità a persone sole o tristi.
Con tutte le risorse che l’uomo, creatura divina, ha in sé, con tutti i mezzi che la terapia medica sa usare, ci si può riaprire alla socialità, agli amici, al sole, all’ossigeno della natura e dell’ anima. Alla vita, in sostanza.
Maria Vittoria BRIZZI TESSITORE
Dott. in Medicina e Chirurgia
Dott. in Lingue e Letterature Straniere
Prof. in Materie Letterarie
Genova
pubblicazione del 2005