PERCHE’ COMPARE QUESTO DISTURBO CIRCOLATORIO
Nell’evoluzione dell’uomo un punto nodale importante è stato il passaggio alla stazione eretta e la progressiva riduzione dell’utilizzazione delle gambe per spostarsi. Esiste un legame stretto fra l’uomo e il cavallo in relazione all’insufficienza venosa; il cavallo è l’unico degli animali domestici a soffrire di vene varicose, l’uomo cominciò a soffrire di questa malattia con l’andare a cavallo in relazione proprio alle prolungate cavalcate e conseguenti traumatismi sul decorso della safena su gambe penzoloni non correttamente utilizzate.
Dopo il cavallo, l’uso dei moderni mezzi di trasporto fino a quelli attuali, ha contribuito a mettere sempre più in “disuso” le gambe. Il ritorno del sangue venoso verso il cuore é regolato da diversi meccanismi che sono:
- presenza di valvole lungo il decorso venoso che impedisce il reflusso
- funzioni di pompa spremitrice svolta, durante la deambulazione, da diversi meccanismi:
- suola plantare di Lejars
- pompa muscolare del polpaccio
- sincronismo degli arti respiratori .
Le valvole venose da sole non sono sufficienti, gli altri meccanismi si attivano con il semplice camminare. Una predisposizione familiare associata alla sedentarietà é sufficiente perché si manifesti l’insufficienza venosa.
SI PUO’ PREVENIRE
Un’attenta valutazione dei fattori predisponenti e dei fattori di rischio nel corso di una visita flebologica con eventuale esplorazione Doppler del circolo venoso permettono un inquadramento diagnostico corretto, fondamentale per una appropriata indicazione alle norme igienico comportamentali ed alle eventuali prescrizioni di terapie mediche ed elastocontenitive (calze elastiche ).
Forme iniziali di insufficienza venosa se ben trattate possono non evolvere nella malattia vera e propria.
QUALI SONO LE CURE NATURALI
Trattandosi di una malattia antica quanto l’uomo, fin dall’inizio sono stati ricercati in natura i rimedi per alleviare le sofferenze legate alle vene varicose.
Una delle più antiche osservazioni riguarda l’IPPOCASTANO o castagna del cavallo che veniva somministrata dagli antichi cavalieri Sciiti ai propri cavalli per alleviarne i disturbi legati alle vene varicose con risultati sorprendenti. Nell’ippocastano sono contenuti principi attivi quali l’ESCINA e gli ANTOCIANOSIDI che hanno proprietà antinfiammatorie capillaroprotettrici e aumentano il tono venoso.
Questi stessi prodotti sono presenti in grandi quantità anche in altri vegetali quali: MIRTILLO,vite rossa, arnica montana.
Un’altra pianta esotica flebologicamente importante è la CENTELLA ASIATICA ricca di sostanze beneficamente attive sul tessuto connettivo che è l’impalcatura di molti organi ed anche delle vene e delle sur valvole.
Trova impiego locale, assieme alla CALENDULA, per il trattamento delle lesioni cutanee preulcerose e ulcerose. Da sola o in associazione agli altri principi attivi nel trattamento dell’insufficienza venosa.
Il MELILOTO, una piana della famiglia del trifoglio contiene sostanze ad azione anticoagulante e trova impiego in caso di varici con rischio tromboflebitico.
Anche la medicina OMEOPATICA ha prodotto ottimi preparati a partire da vegetali come HAMAMELIS, IPPOCASTANO, IDRASTE, sia per uso locale che generale.
Nella medicina tradizionale esistono numerosi preparati con i principi attivi suddetti, in formulazione singola o variamente associati a seconda delle funzioni prevalenti richieste.
Ad esempio i preparati a base di MIRTILLO sono utilizzati prevalentemente per la funzione capillariprotettrice anche in oculistica.
I RISULTATI DELLE CURE
Le varie cure in via generale, si possono paragonare a delle armi a disposizione con obbiettivi precisi e diversi.
Se vogliamo colpire ad esempio una zanzara, non ci verrà in mente di usare un cannone, allo stesso modo non ci si difende da uno squalo con un retino da pesci rossi.
Ugualmente nella malattia varicosa se si tratta di forme iniziali o di sintomi stagionali di una insufficienza venosa cronica, l’obbiettivo che ci prefiggiamo con la terapia medica è quello di alleviare i sintomi (pesantezza, gonfiore, crampi notturni) senza la pretesa di far scomparire grosse vene varicose per il trattamento delle quali ci sono armi ben più efficaci. Quindi la terapia medica trova utile e razionale impiego nel trattamento conservativo in associazione alle norme igienico comportamentali ed all’eventuale “calza elastica” nonché a complemento di trattamenti radicali chirurgico e scleroterapico.
EFFETTI COLLATERALI
Proprio per l’estrazione naturale, sia i preparati purificati industrialmente, sia le formulazioni di erboristeria che i prodotti omeopatici, sono ben tollerati e non presentano effetti collaterali.
Comunque, in via generale, é preferibile assumere i prodotti dietro consiglio medico anche e soprattutto per non coltivare eccessive aspettative in relazione al problema che si presenta.
ANCHE IN CASO DI EMORROIDI
Le emorroidi non sono altro che vene varicose di quella parte del nostro corpo e quindi come tali rispondono, alle dosi consigliate, alle terapie mediche naturali ed omeopatiche locali o per via generale, in egual modo.
CONCLUDENDO
In un mondo sempre più in allontanamento dalla natura, seguendo anche il principio del PRIMO NON NUOCERE, ove ci sia l’indicazione e con gli obbietivi e le aspettative ragionevoli, perché non ricercare ed utilizzare gli strumenti che il mondo della natura mette a disposizione dell’uomo per alleviare alcuni dei suoi mali?
Pietrino Forfori -flebologo
pubblicazione del 1997