L’ESAME DEL MUCO CERVICALE

Nel periodo ovulatorio, a causa dell’elevata concentrazione degli estrogeni circolanti, la secrezione delle ghiandole cervicale uteri ne aumenta notevolmente e il muco che queste secernono diventa poco vischioso, filante, solo nel periodo ovulatorio si può osservare il fenomeno della cristallizzazione del muco cervicale, rappresentato da un “aspetto a foglia di felce” che assume il muco quanto é disteso su un vetrino da laboratorio e, dopo essicazione, viene esaminato al microscopio. Durante il periodo ovulatorio il muco diventa più abbondante, più fluido, meno vischioso tutto ciò ha la funzione di facilitare la penetrazione degli spermatozoi attraverso il muco stesso e la loro risalita attraverso l’utero e le tube per fecondare l ‘ovocita femminile. Durante il periodo ovulatorio il muco cervicale fuoriesce dai genitali esterni. Questo, insieme alle variazioni della temperatura basale corporea e del monitoraggio ecografico dei follicoli ovarici, permette alle donne di venire a conoscenza del loro periodo fertile e di poter praticare un metodo contraccettivo naturale basato sulla astensione dai rapporti sessuali in questo periodo. Questo metodo contraccettivo presenta vantaggi (assenza di costi e assenza di effetti collaterali negativi) e svantaggi (mancanza di una sicurezza totale).
Questo metodo presuppone un ciclo femminile molto regolare, di 28 giorni. Purtroppo molte donne hanno cicli mestruali molto irregolari più lunghi o più corti di 28 giorni.
Il muco cervicale forma un tappo con funzione di difesa contro i germi che, localizzati nella vagina, potrebbero risalire nella cavità uterina .
Il muco tuttavia può diventare infetto nei processi infiammatori del collo uterino e presentare caratteristiche alterate. G l i agenti infettivi più comuni sono il gonococco, il trichomonas, candida albicans e altri germi banali. L’esame del muco cervicale é molto importante nella diagnosi delle infezioni vaginali e uterine. Per poter attuare una corretta terapia bisogna eseguire un tampone vaginale con prelievo delle secrezioni e del muco cervicale. Una piccola parte del materiale prelevato con il tampone vaginale viene strisciato e fissato su un vetrino da laboratorio; il vetrino viene colorato con vari metodi (colorazione gram, o con blu di metilene) e viene osservato al microscopio. Il materiale prelevato con il tampone vaginale viene seminato in terreni colturali e in caso di crescita di germi, viene eseguito un antibiogramma (cioé viene ricercato e testato l’antibiotico più adatto per quel tipo di germe).
La terapia consiste nella somministrazione di antibiotici e/o antimicotici per via locale e per via generale. In alcuni casi é utile estendere la terapia anche al partner, anche in assenza di sintomi clinici, perché spesso queste patologie sono silenti. L’esame del muco cervicale é anche molto importante nella diagnostica dell’infertilità di coppia. Le caratteristiche quantitative e qualitative del muco cervicale cambiano a seconda del periodo del ciclo mestruale.
La quantità del muco cervicale aumenta molto nel periodo periovulatorio (12°-15° giorno del ciclo), diminuisce nella fase postovulatorio e nella fase premestruale. L’esame del muco nel periodo periovulatorio valuta alcune delle principali caratteristiche:
l) la quantità: normalmente é aumentata
2) la viscosità: é diminuita
3) il pH: diventa leggermente alcalino
4) il muco strisciato su un vetrino da laboratorio, lasciato essiccare e osservato al microscopio, presenta un aspetto a forma di foglia di felce.
Sono state stabilite tabelle con vari punteggi inerenti ai quattro punti sopracitati. In base a questi punteggi il muco cervicale può venire definito: ottimo, buono, favorevole, sfavorevole riguardo alla penetrazione degli spermatozoi. Il muco può essere scarso e di scadente qualità: in questi casi per migliorarlo e normalizzarlo si usano terapie a base di estrogeni dal 3° al 9° giorno del ciclo. Il muco può presentare caratteristiche alterate anche perché infetto: in questo caso, come già detto sopra, va instaurata una adeguata terapia antibiotica.
Il “post-coital test” (P.C.T .= test post coitale) é un test molto importante per la diagnosi di infertilità di coppia: studia la interazione tra gli spermatozoi e il muco cervicale, una corretta esecuzione del test prevede alcune avvertenze:
l) test di penetrazione in vitro
2) test di penetrazione su vetrino.
Il primo test consiste nell’esaminare al microscopio la capacità di penetrazione degli spermatozoi attraverso una colonna contenente muco cervicale situata dentro un capillare (un sottilissimo tubicino di vetro). Il secondo test consiste nel porre a contatto su un vetrino da laboratorio una goccia di muco cervicale e una goccia di liquido seminale: si coprono le due gocce con un vetrino copri oggetto e si esamina il vetrino al microscopio; dopo 15 minuti si contano gli spermatozoi penetrati nel muco e validamente mobili.
Il risultato negativo o sfavorevole del P.C.T. e dei test in vitro può essere attribuito a cause cervicali: il muco può essere scarso quantitativamente e scadente qualitativamente, ciò può essere dovuto sia a fattori infettivi sia a fattori ormonali, come già sopra menzionato.
Cause seminali: in alcuni casi abbiamo un P.C.T. negativo in presenza di muco cervicale normale e con spermatozoi assenti o scarsi e poco mobili con mobilità non valida, non progressiva. In questi casi bisogna pensare ad una infertilità maschile o ad una causa di infertilità immunologica. In questi casi può trattarsi di cause seminali: azoospermia (assenza totale di spermatozoi nel liquido seminale), oligoastenospermia (spermatozoi scarsi e poco mobili).
Quando siamo in presenza di un P.C.T. con risultato negativo pur avendo un muco cervicale normale e un liquido seminale con parametri normali, dobbiamo pensare ad una causa immunologica di infertilità.
La causa immunologica di infertilità consiste nella presenza di anticorpi antispermatozoi. Sono particelle che aderiscono agli spermatozoi impedendo la loro mobilità efficace e quindi la loro progressione attraverso l’utero e le tube. Spesso gli anticorpi, localizzati sia sulla testa sia sulla coda degli spermatozoi, causano delle agglutinazioni (sono piccoli ammassi di spermatozoi).
Gli anticorpi antispermatozoi possono essere presenti nella donna nel muco cervicale e nel sangue; a volte questi anticorpi non sono presenti nella donna, ma nell’uomo sia nel liquido seminale, sia nel sangue; in questo caso si parla di autoanticorpi. In questi casi con particolari tecniche é possibile evidenziare gli anticorpi e procedere alle idonee terapie.

Luciana CASTAGNOZZI – androloga
pubblicazione del 2001

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