IL CONTROLLO ELETTROCARDIOGRAFICO

Nell’ambito dello studio elettrocardiografico per la diagnostica delle malattie cardiologiche sono stati compiuti grandi progressi tali da consentirci di valutare la funzione del cuore con precisione. 

Esiste in questo campo però una serie di alterazioni che, per il fatto di essere momentanee, possono con facilità sfuggire ad un’indagine che esplora l’attività del cuore per un tempo limitato .
Le aritmie, i blocchi, le crisi anginose, possono non modificare stabilmente l’elettrocardiogramma.
Accade che il paziente denunci sintomi che possono essere messi in relazione con queste alterazioni, che si sono presentati più volte nel tempo, e che richiedevano una diagnosi precisa soprattutto ai fini della terapia che per essere efficace deve incidere sulle cause.
I sintomi possono essere chiari (dolore al petto, senso di costrizione) o meno precisi (sensazione di svenire, momentaneo oscuramento della vista o perdita di coscienza, sensazione di «frullo d’ali nel petto» o di arresto seguito da un colpo più forte, cardiopalmo).
Talvolta il paziente impara a riconoscere i momenti nell’ambito della giornata (magari di tutte) in cui il disturbo si manifesta più frequente o le attività (lavoro, prestazioni sessuali, defecazione, emozioni) che lo scatenano. Ma nel breve periodo in cui è all’osservazione del medico o esegue l’elettrocardiogramma nulla traspare.
In questa necessità ci viene incontro una nuova metodica, resa possibile dalla visualizzazione delle componenti di registrazione elettrocardiografiche e dall’elettronica.
Si tratta dell’elettrocardiogramma dinamico o «Holter>, cioè di una cassettina dalle dimensioni di due pacchetti di sigarette che il paziente si porta a tracolla e che consente una registrazione ininterrotta della durata di 24 ore.
II paziente ha la possibilità di lasciare una traccia di eventuali disturbi o eventi particolari tramite un pulsante che incide un «segnaIe» sul nastro magnetico. Indicherà poi su un diario l’ora in cui ha fermato il pulsante e perchè, in modo tale da mettere in relazione momenti o particolari ed attività cardiaca.
II nastro viene poi letto in un cervello elettronico che indica se si sono verificate alterazioni patologiche, di che tipo e in relazione a quale evento. Durante la registrazione il paziente, che non è per nulla impedito dagli elettrodi adesivi che ha sul petto e dalla cassetta simile ad una radiolina che porta a tracolla, svolge le normali attività della sua vita quotidiana .
Alla sera la cassetta verrà posta sotto il cuscino e la registrazione continuerà durante il sonno, mettendo in luce tutta quella patologia cardiologica che, per ragioni psicologiche, è molto frequente di notte.
Con questa metodica, quindi, abbiamo enormemente ampliato Ie possibilità diagnostiche e quindi terapeutiche relative ad una patologia, frequente anche nei giovani e nelle persone attive, momentanea e legata all’attività quotidiana, quindi sfuggente alle normali metodiche di indagine che esplorano il cuore per un tempo limitato.

Dott. Renato Gianrossi
cardiologo
Pubblicazione Giugno 1992

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