In ogni caso non ha senso aumentare a dismisura il quantitativo calorico quotidiano, anche per evitare di assumere troppi chili durante la gravidanza e quindi aumentare il pericolo di problemi al momento del parto. Controllare il peso durante la gravidanza significa anche ritornare facilmente e rapidamente al proprio pesoforma dopo la nascita del bebé. Durante la gravidanza quindi é sufficiente aumentare l’apporto calorico nella misura di circa 200 calorie al giorno, pari a circa il 10% del fabbisogno energetico in condizioni abituali. Tale aumento consente alla donna di raggiungere il peso ideale prima del concepimento e di predisporre la riserva adiposa necessaria per far fronte ai maggiori fabbisogni energetici nel successivo periodo di allattamento.
L’aumento di peso in gravidanza va attentamente sorvegliato, cercando di fare in modo che esso sia graduale e non superi, al termine, 10-12 chilogrammi. Questo aumento dovrebbe essere compreso fra 1 e 2 chilogrammi nel primo trimestre e tra 350 e 400 grammi per settimana nel periodo successivo.
Maggior attenzione va portata alla qualità della dieta della gestante, soprattutto nell’ambito di vitamine e sali minerali.
La gravidanza comporta un passaggio considerevole di calcio dall’organismo materno al feto: un maggior fabbisogno quotidiano di questo minerale é essenziale per lo sviluppo fetale di ossa e denti, oltre che per l’aumentato metabolismo materno.
Se la quantità di calcio introdotto con la dieta é insufficiente, sarà sottratta all’organismo materno il quale andrà incontro a carie dentaria e ad altre manifestazioni morbose dipendenti dalla carenza calcica.
In questo periodo aumenta anche il fabbisogno di ferro, essenziale per la maggior sintesi di emoglobina materna e per la necessità di costituire depositi nell’organismo fetale, in modo che il neonato possa sopperire da solo alle proprie necessità metaboliche; questo minerale dovrebbe essere assunto dalla donna gravida in quantità doppia di quella ritenuta sufficiente nelle condizioni pregravidiche: la sua carenza può essere causa di stanchezza, debolezza, mancanza di appetito.
Tra le vitamine, aumentano i fabbisogni del complesso B in quanto cresce la necessità di un valido metabolismo proteico e di produrre grandi quantità di energia.
Una presenza sufficiente di acido folico assicura la maturazione dei globuli rossi del feto e un corretto sviluppo dei tessuti embrionali, in particolare durante le prime settimane di gravidanza quando il sistema nervoso del futuro bambino inizia a formarsi.
Una carenza di acido folico é correlabile con un maggior rischio di una grave malformazione della spina dorsale, la cosiddetta “spina bifida”.
In gravidanza inoltre aumentano le richieste di vitamina C che facilita l’assorbimento di ferro, aiuta la placenta a formarsi correttamente e accresce la resistenza alle infezioni. Anche la vitamina D é importante ma si pensa che una moderata esposizione alla luce solare basti per evitare eventuali carenze.
Secondo i dati del National Research Council, nella seconda metà della gravidanza é consigliabile per la donna “media”, un supplemento di 20 grammi di proteine rispetto al fabbisogno della donna non gravida. L’apporto di carboidrati sarà contenuto entro giusti limiti per evitare la tendenza all’aumento di peso.
Conviene ridurre lo zucchero da tavola e le sostanze che lo contengono perché lo zucchero é facilmente assorbibile, mentre gli amidi della pasta, del pane, e delle patate contengono vitamine e proteine vegetali, favoriscono il senso di sazietà e richiedono un giusto lavorio digestivo. Un disturbo frequente della gravidanza é la stitichezza, dato che il progredire del contenuto intestinale é turbato per lo sviluppo del feto:quindi alla pigrizia intestinale, già così frequente, si aggiunge un impedimento meccanico progressivamente crescente. Per ovviare questo problema é opportuno assumere alimenti ricchi di fibre non idrosolubili, come la cellulosa, che regolano le funzioni e l’igiene intestinali, aumentano la massa delle feci e ne riducono la permanenza nell’intestino, riducendo i fenomeni di stipsi. Sono ricchi di tali fibre tutti gli alimenti di origine vegetale come la frutta, la verdura, i legumi ed i cereali integrali.
In questo periodo é opportuno ridurre in larga misura l’uso del sale nella preparazione degli alimenti, che oltre a favorire uno stato di eccitabilità e di ipertensione, può provocare la formazione di edemi e gonfiori.
E’ inoltre importante evitare il consumo di bevande nervi ne quali caffè, tè e bevande a base di cola, per i possibili effetti sulla reattività nervosa del feto o del lattante.
E’ necessario evitare il consumo di carni e pesci crudi o poco cotti, nonché di insaccati e lavare bene frutta e verdura, per prevenire il rischio di contrarre la toxoplasmosi (infezione che se si verifica in donne non immuni nei primi stadi della gravidanza, può provocare danni fetali).
Alimenti ricchi di calcio:
Latte e latticini in genere,ma anche uova,vegetali a foglia larga, broccoli e legumi
Alimenti ricchi di ferro:
Principalmente carne e fegato (facilmente assorbito)
Verdure (spinaci, erbette, ecc.), uova, piselli e legumi in genere, fiocchi di avena, pesce.
Vitamine del gruppo B:
Carne, fegato, uova
Latte (B2), frutta secca, legumi, soia
Vitamina A:
Latte e latticini, fegato e altre fonti animali come beta-carotene nella frutta e nella verdura di colore arancione e negli ortaggi di colore verde scuro.
Vitamina D:
Latte, burro, tuorlo d’uovo, cereali, olio di fegato di merluzzo.
Acido folico:
ortaggi verdi, legumi, lievito di birra, fegato, banane e fragole.
La gravidanza comporta una serie di modificazioni a carico dell’organismo materno che rispondono allo stimolo intenso determinato dallo sviluppo della placenta e del feto.
Una delle modificazioni più evidenti in gravidanza é l’aumento di peso della madre. Una buona parte della crescita ponderale va attribuita allo sviluppo del feto, degli annessi embrio-fetali (membrane, placenta, liquido amniotico) e all’ipertrofia dell’utero. Il resto è dovuto alla ritenzione idrica e all’aumento dei depositi adiposi.
L’aumento ponderale fisiologico nel corso della gravidanza segue una curva leggermente sigmoide, con velocità di accrescimento massimo dopo la 20a settimana. L’aumento totale di peso in una gravidanza fisiologica è in media di 12.4 Kg, ma durante il primo trimestre l’aumento del peso è solo di un chilogrammo. Notevoli possono essere le variazioni individuali senza che l’esito della gestazione venga pregiudicato, tuttavia le tre complicazioni ostetriche più importanti (gestosi, parto pretermine, mortalità perinatale) hanno incidenza minore proprio nel gruppo con incremento ponderale medio. Nella seconda metà della gravidanza quest’ultimo si aggira intorno ai 450 g alla settimana.
Ciò che modifica essenzialmente l’aspetto generale della donna è la ritenzione di acqua nel compartimento extracellulare, ritenzione che si verifica in tutti i tessuti. I tessuti in generale acquisiscono così una consistenza pastosa e ciò è dovuto in gran parte all’azione degli estrogeni.
A termine di gravidanza in una donna di media corporatura la ritenzione idrica media totale compresa l’acqua presente nel feto, negli annessi (placenta e liquido amniotico) e nei tes-
suti materni (mammelle, utero e massa circolante) è di circa otto litri e mezzo. La maggioranza delle gravide a termine, infatti, presentano edema alle caviglie e agli arti inferiori. particolarmente accentuato la sera. Questo edema degli arti inferiori che deriva dall’accumulo di un litro e mezzo circa d’acqua, si spiega, oltre che con l’azione sopra descritta degli estrogeni, con la ridotta pressione colloidoosmotica del plasma (dovuta alla riduzione della concentrazione delle proteine) e con l’aumentata pressione venosa. L’aumentata pressione delle vene degli arti inferiori dipende dalla forza di gravità e dall’ostacolo al ritorno venoso indotto dalla compressione della vena cava da parte dell’utero gravido e, al termine della gravidanza, anche dalla compressione sulle vene iliache esercitata dalla parte presentata del feto. Fisiologicamente, insieme alla ritenzione idrica, vi è poi una certa ritenzione di elettroliti, soprattutto sodio, potassio e calcio.
In gravidanza si incrementano anche i depositi adiposi che creano una specie di riserva energetica. Sono responsabili dell’aumento del peso corporeo di circa 3,5 Kg e si accumulano nella parete addominale, nella parte alta della schiena, sui fianchi e sulle cosce. Ciò avviene più marcatamente tra la 20a e la 30a settimana.
Il particolare equilibrio ormonale della gravidanza (progesterone) provoca anche un rilassamento delle pareti venose che tendono così a sfiancarsi più facilmente. A questo si aggiunge l’aumento del volume del sangue, che a termine di gravidanza varia dai 1200 ai 1900 mi, e la pressione dell’utero sulla vena cava, che ostacola il riflusso del sangue dalle gambe a partire dal quarto-quinto mese. Tutti questi elementi favoriscono la comparsa di vene varicose alle gambe: le vene diventano visibili sotto la pelle, gonfie e tortuose e provocano fastidio o senso di peso nella stazione eretta prolungata. Le donne più a rischio sono le obese, quelle con precedenti in famiglia e chi ne soffriva prima della gravidanza. Sotto la pelle può comparire qualche venula sottile e rossastra che non desta preoccupazione, perché l’unico danno è quello estetico, rimediabile facilmente a gravidanza conclusa.
Le vene varicose non vanno però trascurate. Non regrediscono dopo il parto e possono diventare un problema serio nel puerperio o nel caso di eventuali gravidanze successive.
I suggerimenti per evitare che peggiorino sono i seguenti:
- evitare di stare ferme in piedi o nella stessa posizione a lungo e cercare invece di camminare, facendo passeggiate ad andatura regolare. Basta un’ora al giorno!
- sollevare spesso le gambe il più in alto possibile. Ad esempio: sdraiarsi . per terra e appoggiare i piedi al muro, oppure da seduti appoggiare i piedi sulla scrivania o eventualmente su una sedia.
- usare scarpe comode a pianta larga e a tacco medio (spesso in gravidanza si ha bisogno di una misura in più)
- ogni sera prima di coricarsi fare qualche minuto di ginnastica per favorire la circolazione. Ad esempio, sdraiarsi e fare delle pedalate in aria.
- coricarsi con il materasso sollevato dalla parte dei piedi ed evitare di tenere le gambe troppo al caldo, ad esempio con borse dell’acqua calda, termofori, ecc.
- usare calze elastiche (tipo a vita larga per gestanti) durante tutta la giornata e toglierle solo prima di coricarsi
- non esporre le gambe al sole e non fare bagni caldi e lunghi
- eventualmente con un gel defaticante specifico per le gambe oppure con una pomata a base di estratto di cipresso, ippocastano, rusco e ammamelis, preparata in farmacia, si possono fare massaggi drenanti dal basso verso l’alto
- smettere di fumare e di bere alcolici che, oltre a provocare disturbi circolatori, danneggiano anche il feto.
Per il gonfiore alle caviglie e agli arti inferiori i consigli da seguire sono gli stessi, ma è importante non ridurre l’assunzione giornaliera di acqua e non assumere diuretici.
Durante la gravidanza le mammelle che risentono immediatamente del diverso stato ormonale vanno incontro ad importanti modifiche che le predispongono all’ allattamento. Durante le prime settimane di gravidanza la donna avverte infatti indolenzimento e formicolii.
Dopo il secondo mese le mammelle si ingrossano, si induriscono e si possono palpare molti noduli dovuti allo sviluppo degli alveoli mammari. Il reticolo venoso superficiale si rende più evidente, le areole e i capezzoli aumentano di dimensione e diventano più scuri. I capezzoli accentuano la loro capacità erettile e dopo i primi mesi è possibile, in molti casi, che fuoriesca un liquido denso e giallognolo, il colostro. Nella superficie dell’areola si trovano disseminate molte piccole sporgenze, i cosiddetti tubercoli di Mongomery, che rappresentano l’ipertrofia delle ghiandole sebacee. Se la distensione della cute che ricopre le mammelle è molto accentuata si possono osservare anche strie cutanee (smagliature).
Suggerimenti:
- procurarsi al più presto un reggiseno adatto, in grado di sostenere bene le mammelle e prevenire rilasciamenti dei tessuti e smagliature (meglio se di fibre naturali o anallergiche, con coppe che non stringano e non comprimano troppo e spalline regolabili che non segnino le spalle)
- durante tutta la gravidanza prendersi cura della pelle del seno e fare molta attenzione all’igiene del capezzolo, utilizzando creme detergenti e ammorbidenti specifiche che aiutano a mantenere l’igiene e l’elasticità della pelle e a prevenire le ragadi.
D I E T A T I P O COLAZIONE Caffè macchiato con latte intero SPUNTINO Centrifugato di verdura mista g. 200 PRANZO Pasta al pesto g.70 , o riso, o patate bollite SPUNTINO Macedonia di frutta g. 100 o spremuta 1 bicchiere grande CENA Insalata verde g. 100 o verdura cotta a piacere Evitare i salumi |
Dott. Giacomo FIORI
Studio Dietologico Italiano
Tel: 02.76021568
Pubblicazione Dicembre 2005