DONAZIONE DI SANGUE E SICUREZZA DELLE TRASFUSIONI

Il primo dovere del medico trasfusionista è quindi quello di esaminare attentamente il donatore potenziale e di interrogarlo per scoprire eventuali fattori di rischio. 

L’anamnesi deve essere minuziosa e precisa; è necessario raccogliere tutte le notizie riguardanti la salute del donatore, le principali malattie avute, le abitudini di vita. Una ricerca di questo tipo può consentire un primo screening per una eventuale esclusione. In ogni caso il mezzo più valido di selezione rimane il controllo del sangue raccolto, mediante il test per la ricerca dell’ anticorpo.
Esiste la possibilità di trasfondere il virus, e quindi di trasmettere l’infezione, anche con sangue negativo al test, se il donatore, benché infetto, è ancora privo di anticorpi specifici (quando si trova cioè nel cosiddetto “periodo finestra”). Secondo gli ultimi studi, su un milione di donatori sieronegativi, 5 sono infetti. E’ quindi indispensabile che il donatore sia a conoscenza delle drammatiche conseguenze che potrebbe provocare un eventuale comportamento a rischio, affinché eviti la donazione di sangue.
E’ importante dare maggior risalto al rapporto col medico trasfusionista: questo facilita il donatore nel riferire fatti e dubbi che potrebbero essere importanti e costituire indicazione per una auto-esclusione.
Attualmente sono stati adottati dei questionari, che i donatori devono compilare e sottoscrivere ad ogni donazione, che riportano precise domande sullo stato di salute e sulle abitudini di vita: questo è un ulteriore mezzo per favorire l’esclusione dalla donazione di persone con comportamento a rischio.
Inoltre è importante organizzare, con l’AVIS di riferimento, incontri tra donatori e personale del centro trasfusionale, durante i quali poter discutere meglio dei rischi legati a donazioni non sicure o delle modalità di contagio, per alimentare e aumentare la responsabilità del donatore periodico, che ha dedicato una parte della propria esisten­za al volontariato.
In questo senso è bene non incoraggiare le donazioni occasionali in quanto alcuni potrebbero essere indotti solo per il controllo del test per l’ AIDS, per il quale esistono centri di riferimento specifici a cui inviare chi ne facesse richiesta.
Un ulteriore mezzo di prevenzione è costituito dall’autotrasfusione, metodica da effettuarsi in casi selezionati e per interventi chirurgici programmati.

Scritto nell’Agosto 1993
GRONDA D. , PEZZALI M.
Centro Trasfusionale
Ospedale Civile
C.so Milano 19
27029 VIGEVANO (PV)

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