Per classificare i vari gradi di sovrappeso si utilizza l’Indice di Massa Corporea (IMC) o BMI (Body mass index) che è un indice risultante dal rapporto tra il peso corporeo espresso in kg e l’altezza dell’individuo espressa in m2.
Il BMI è un valido indice di rischio di morbilità e mortalità per osservazioni di popolazione mentre nella valutazione del sovrappeso, nel singolo soggetto, nasconde in sé dei grossi limiti soprattutto quando viene riferito a persone che praticano regolarmente sport e hanno una massa muscolare sviluppata (atleti). Questo indice infatti, deriva da un calcolo “approssimativo” che non tiene conto della composizione corporea dell’individuo e quindi della distribuzione di massa muscolare, massa grassa, acqua e massa ossea.
Un classico esempio è quello nell’immagine riportata a sinistra:
Entrambi presentano un valore di IMC classificabile come obesità di I grado (33.9 kg/m2), ma la composizione corporea dei due soggetti è ben differente, essendo molto ben sviluppata la massa muscolare nel body Builder.
Non è più sufficiente quindi definire il sovrappeso e l’obesità usando solo delle formule ma è indispensabile conoscere la composizione corporea di un soggetto perché il peso misurato dalla bilancia è in realtà il risultato di massa grassa, muscoli, ossa e acqua.
Pertanto possiamo dire che l’IMC non è un predittore accurato della massa grassa di un individuo perché il suo numeratore cioè il peso corporeo in kg non esprime solo la massa grassa.
Come stimare dunque la percentuale di massa grassa e muscolare di un individuo?
Tecniche radiografiche quali la DEXA (Dual-energy X-ray Absorptiometry), la TAC (tomografia computerizzata) e la RMN (risonanza magnetica nucleare) si prestano a questo scopo.
La DEXA, per esempio, permette di effettuare una valutazione sia in peso che in percentuale della massa magra e della massa grassa nei differenti distretti corporei; individuando le zone di accumulo di grasso e quantificando il loro peso in grammi.
I limiti di queste attrezzature sono il costo elevato e la scarsa accessibilità.
Pertanto viene più spesso utilizzata la Bioimpedenziometria (BIA):
La BIA è un esame di tipo bioelettrico per l’analisi quantitativa e qualitativa della composizione corporea e dello stato nutrizionale del soggetto. In rapporto alla percentuale di massa grassa, al di là del peso corporeo, si possono classificare i vari gradi di sovrappeso. Paradossalmente possono esistere persone normopeso per BMI che sono in uno stato di sovrappeso e viceversa persone sovrappeso per BMI che possono avere una composizione corporea ottimale.
Ai fini della valutazione del rischio malattia è bene considerare non solo l’eccesso di massa grassa ma la sua distribuzione. Il grasso sottocutaneo, quello visibile, ha un significato principalmente estetico, funzionale mentre quello interno a livello addominale e viscerale si associa al rischio relativo per le malattie cardiovascolari e metaboliche . Quest’ultima, definita anche obesità viscerale o androgena, è caratterizzata dall’accumulo preferenziale di grasso in sede intra-addominale e periviscerale, a differenza dell’obesità ginoide o periferica nella quale il tessuto adiposo è maggiormente localizzato a livello sottocutaneo.
Si deduce perciò l’importanza della misurazione della circonferenza vita, un metodo semplice e veloce per stimare la quantità di grasso presente nella regione addominale.
Questa misura antropometrica diventa un parametro particolarmente utile nella valutazione di soggetti classificati come normopeso e sovrappeso in base all’IMC.
I valori di circonferenza vita consigliati sono <80 cm per le donne e <94cm per gli uomini.
Si parla di obesità addominale se la circonferenza vita è superiore a 88 cm nelle donne e a 102 cm negli uomini.
La circonferenza addominale, secondo il protocollo di NHANES III viene misurata appena al di sopra della porzione superiore del bordo laterale della cresta iliaca posizionando il nastro tutto intorno all’addome senza comprimerlo.
Per avere una stima ancor più precisa del grasso addominale si utilizza il VISCAN:
Il VISCAN è uno strumento che analizza il grasso intraddominale (viscerale), la massa grassa totale a livello del tronco e misura automaticamente con la tecnologia laser la circonferenza ombelicale.
È un esame non invasivo che viene effettuato in pochi minuti in posizione supina.
E’ una condizione che interessa l’area metabolica energetica ma anche quella psicocomportamentale particolarmente compromessa nel 30/40% di soggetti obesi che presentano un disturbo da fame compulsiva, il Binge Eating Disorder ( BED)Utilizzare solo il BMI per valutare il grado di sovrappeso può indurre, quindi a grossolani errori. Essendo il sovrappeso una condizione multidimensionale, non ci si può limitare al solo rapporto peso altezza senza indagare le varie dimensione coinvolte.
l soggetti affetti da BED sperimentano l’incapacità di potersi fermare, subiscono il cibo, il senso di disgusto e la colpa che segue l’abbuffata. Non vanno trattati con la dieta ma con specifici programmi di riabilitazione psico nutrizionale.
Di recente un notevole interesse è rivolto al campo della Food addiction ( dipendenza da cibo) che interessa un altrettanto numero cospicuo di soggetti con obesità che hanno un comportamento alimentare impulsivo che li porta ad assumere grandi quantità di cibo alla ricerca del piacere più mentale che fisico. Programmano l’abbuffata e l ‘attesa ne procura piacere come l’atto del mangiare, non hanno sensi di colpa a differenza dei soggetti con BED.
Il cibo come temporaneo medicamento, balsamo per le emozioni che non si riescono a gestire altrimenti, è presente in altri soggetti che potrebbero essere collocati nella categoria del confort eating.
Alla luce di quanto sopra è bene guardare ai numeri della bilancia, del metro e degli esami strumentali ma anche e ,forse vale di più, alle persone, ai vissuti e al funzionamento perché solo soffermandoci su questo possiamo fare una valutazione completa e dare risposte mirate .
Essere in sovrappeso interessa l’area estetica, funzionale e delle malattie, la valutazione pertanto dovrebbe essere sempre fatta in ambito medico, specialistico e multidisciplinare. Professionisti coinvolti sono i medici ma anche psicologi, dietisti e nutrizionisti inseriti in un contesto unitario.
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