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ERBE E TOSSE

MUCOLITICI:

MARRUBIOMARRUBIO (marrubium vulgare): olii essenziali e sostanze amare diterpeniche tra cui la marrubina.Attività mucolitica, espettorante, broncodilatatrice e sedativa della tosse, infuso decotto estratto fluido.
L’azione mucolitica è paragonabile a quella dell’ eucalipto ma è meno irritante.

 

ENULA (inula helenium): olio essenziale (lattoni sesquiterpenici, azulene) e Terpeni proprietà antiflogistiche a livello della alte vie respiratorie, sedative della tosse ed espettoranti TM (decotto e infuso sono poco gradevoli).
Sono riferiti casi di reazioni allergiche dovute a lattoni sesquiterpenici (fitovigilanza).

EDERA TERRESTRE: polifenoli, flavonoidi, terpeni, olio essenziale, iridoidi e tannini, sostanze ad azione antinfiammatorie, antireattiva e fluidificante le secrezioni dell’apparato respiratorio.
Agisce sulle ghiandole mucipare impedendo la formazione del muco.

VERBASCO: pianta tomentosa biennale originaria dell’Europa centrale, orientale e meridionale dell’Asia minore, del Nord Africa e dell’Etopia.
Droga:Corolle dei fiori contengono iridoidi, saponine, flavonoidi, mucillagini. Azione emolliente, espettorante, antinfiammatoria.
Si utilizza TM che valorizza le saponine e l’infuso (usare carta da filtro e moderare la temperatura).

PIANTAGGINE: Pianta perenne diffusa in tutta Europa e nell’Asia Settentrionale e Centrale.
Si usano parti aeree oppure solo foglie che contengono IRIDOIDI, FLAVONOIDI, MUCILLAGINI e ACIDO SILICICO
azione antistaminica, antibatterica, sedativa, cicatrizzante
Forme d’impiego INFUSO (flavonoidi)
DECOTTO (mucillagi e salice)
TM (antiallergico e mucolitico)

OLI ESSENZIALI EUCALIPTO – PINO – TIMO – NIAOULI – BALSAMO DEL PERU’
Entrano spesso nella composizione di farmaci (gocce balsamiche)
Vengono usate per suffumigi, ma anche aggiunti nei vaporizzatori per ambiente o all’acqua dei radiatori.

NO per os e AEROSOL perché fortemente irritanti (microtraumi e broncospasmo)

EUCALIPTO: si utilizzano le foglie da cui si ottiene un olio ricco di CINEOLO azione balsamica, antisettica, antivirale

OLIO ESSENZIALE di NIAOULI contiene 1,8 cineolo e ∂-terpineolo, pinene e linalolo.

BALSAMO DEL PERU’ si ottiene per incisione della corteccia dei tronchi di Myroxylon balsamum varietà pereira contiene BENZOATO DI BENZILE e CINNAMATO DI BENZILE
Azione fluidificante e antisettica delle vie respiratorie

PINO: fornisce olio essenziale che contiene acetato di bornile, pinene, limonene, canfene e borneolo

MENTA: le foglie contengono flavonoidi e mentolo, mentone e mentile acetato.
Molto usata in gastroenterologia sotto forma di olio essenziale, presenta attività decongestionante e balsamica.

ALTEA :
si usano le foglie che contengono mucillagini.
Viene attribuita azione antisettica anche se non è mai stata dimostrata la sua efficacia nell’uomo in quanto le mucillagini non vengono assorbite e quindi non possono esercitare azione antinfiammatoria a livello sistemico, è invece molto utile l’uso topico.
La mucillagine depositandosi sulla mucosa da una parte ne permette la reidratazione, dall’altra la protegge dagli stimoli irritativi esterni.

DROSERA :
piccola pianta coltivata in Madagascar e Africa orientale a scopo ornamentale.
Le parti aeree contengono NAFTOCHINONI, FLAVONOIDI, VITAMINA C e SALI MINERALI
Azione SPASMOLITICA, MIORILASSANTE SULLA MUSCOLATURA LISCIA DELLE VIE RESPIRATORIE, SEDATIVA E ANTISETTICA.
Utile nell’asma allergico e bronchite asmatica.

GRINDELIA :
contiene POLIFENOLI e OLIOESSENZIALE con azione DISINFETTANTE, MUCOLITICA e SPASMOLITICA.

ADATODA :
le foglie contengono TRITERPENI, OLIO ESSENZIALE e ALCALOIDI (VASICINA e VASICINONE).
ATTIVITA’ BRONCODILATATRICE paragonabile a quella della TEOFILLINA

BROMEXINA:
ha attività mucolitica per depolarizzazione delle mucoproteine, favorisce l’espettorazione e attenua gli stimoli della tosse. Stimola la funzione ciliare dell’epitelio respiratorio e determina aumento delle IGA

FORSKOLIN:
pianta della medicina tradizionale indiana, riduce lo spasmo bronchiale attraverso l’attivazione del CAMP intracellulare.
Può provocare ipotensione.

L’ASARO

Foglie: sempreverdi, reniformi, lucide sopra verde intenso, verde chiaro nella pagina inferiore con picciolo lungo e peloso. 

Fiore: unico, di colore rosso cupo all’interno (bruno-verde all’esterno) con fioitura marzo-luglio.
Droga: Foglie raccolte in estate dal gusto nauseante, odore acre. Rizoma (da utilizzre appena raccolto).
Principi attivi: olio essenziale, canfora d’asaro da usarebcon molta cautela.
Proprità: vomitatorio (in sostituzione dell’ipecacuana); espettorante; sternutatorio.
Raccolta: estate.
Uso interno:
Infuso: 5-6 foglie in acqua bollente, filtrare e dolcificare con miele; 1-2 volte al dì in caso di bronchite.
Polvere di rizoma: un pizzico in acqua calda in caso di asma.
Tintura: 20 g tre volte al giorno come espettorante.
Uso Domestico: tintura per lana color verde mela.

LA DULCAMARA

Foglie: ovate, assottigliate all’apice.
Frutti: piccole bacche ovali color rosso lucente.
Fusto: quasi rampicante.
Proprietà: diuretica, diaforetica, depurativa, antieczematosa, antigottosa, antireumatica.
Principi attivi: picroglicerina, solanina, dilcamarina che che si trovano in maggior quantità nella corteccia.
Raccolta: rami di almeno un anno (corteccia giallo-verdastra, parte centrale bianca) tagliati a pezzetti, seccati al sole.
Droga: rami di almeno un anno, hanno odore nauseante da freschi che scompare con l’essicamento. Il gusto amarissimo all’inizio, diviene a poco a poco sempre più dolce fino a zuccherino.
Uso esterno: foglie umide applicate sulla rontre di chi soffre di emicrania danno un certo solievo del pari che su nodi gottosi o su articolazioni gonfie.
Uso interno:
Infuso: 20 g di ramoscelli (tagliati per il lungo poi spezzettati) in 1 lt di acqua fredda a macerare per 24 ore; separare i ramoscelli dal liquido; scaldare il liquido e riversarlo caldo sui tramoscelli stessi lasciandolo riposare per 20 minuti. Colare e assumere 2-3 tazze al giorno a digiuno come depurativo.
Uso cosmetico:
Succo dei frutti: dall’antichità fino al ’500 era utilizzato per sbiancare le macchie della pella.

BREVE STORIA DELLA TRASFUSIONE DI SANGUE

Questa pratica terapeutica apparentemente semplice celava tuttavia tali insidie e difficoltà, che solo dopo secoli di studi e di tentativi, che hanno richiesto la collaborazione di ricercatori appartenenti ai campi più svariati delle scienze biologiche e fisiche, esse hanno potuto venire superate. La necessità di risolvere i problemi pratici della trasfusione è inoltre servita da stimolo continuo allo studio della composizione del sangue e dei fenomeni immunologici. Oltre a salvare la vita e ad alleviare le sofferenze di molti pazienti, la pratica della trasfusione di sangue ha perciò contribuito notevolmente al progresso delle nostre conoscenze di fisiologia e di patologia umana.

I primi tentativi di somministrare sangue a scopo terapeutico sono stati probabilmente compiuti per via orale, e non sono perciò stati di grande utilità. Le prime vere trasfusioni di sangue per via endovenosa hanno potuto essere compiute solo dopo la scoperta della circolazione del sangue, scoperta annunciata da William Harvey nel 1628. Il primo problema pratico che si è posto è stato allora come trasferire il sangue dal sistema circolatorio del donatore a quello del ricevente. Nella seconda metà del ’600, Richard Lower a Londra e Jean Baptiste Denis, medico di Luigi XIV, a Parigi, hanno risolto questo problema in modo rudimentale, utilizzando penne d’oca o piccoli tubi d’argento di varia foggia; essi sono così riusciti a compiere le prime trasfusioni, in un primo tempo tra animali e poi tra esseri umani. Tra i pionieri della tecnica vi è anche un astigiano, Guglielmo Riva, anch’egli medico alla corte di Luigi XIV.
Naturalmente, data la totale ignoranza delle incompatibilità tra i vari tipi di sangue e degli agenti infettivi che potevano essere trasmessi con la trasfusione, i risultati sono spesso stati disastrosi, al punto che la trasfusione di sangue è caduta in disuso, se non si tiene conto di pochi tentativi isolati, per più di due secoli, ed è perfino stata ripetutamente e severamente proibita da varie autorità civili e religiose.
Un grande passo avanti è stato compiuto solo nel 1900, quando Karl Landsteiner ha scoperto i gruppi sanguigni principali, cosa che ha permesso di scegliere, prima della trasfusione, il tipo di sangue che un determinato paziente può ricevere senza danno. La successiva scoperta di sistemi minori di incompatibilità, e di metodi per determinare rapidamente il gruppo sanguigno, ha definitivamente relegato le reazioni da incompatibilità tra i problemi del passato.
La stessa cosa non si può purtroppo dire dell’altro grande problema posto dalla trasfusione di sangue, cioé della possibilità di iniettare nel paziente, assieme al sangue, germi responsabili di malattie infettive. Anche da questo punto di vista i passi avanti sono stati enormi. Le tecniche dell’asepsi, scoperte già nell’800, permettono infatti di impedire che i germi patogeni presenti nell’ambiente penetrino nel sangue del donatore dal momento del prelievo a quello della trasfusione. L’esecuzione di vari esami sul sangue del donatore permette inoltre di escludere che egli sia portatore di diverse malattie, tra le quali, ad esempio, la sifilide. Resta però ancora impossibile stabilire con assoluta certezza se il sangue del donatore contiene il virus dell’epatite, anche se dei tre principali tipi di virus responsabili di questa malattia, uno è ormai facilmente identifica bile mediante la determinazione del cosiddetto Antigene Australia. È probabile che in un prossimo futuro anche gli altri due tipi di virus possano essere identificati facilmente, e che quest’ultimo importante problema posto dalla trasfusione di sangue venga perciò definitivamente risolto.
Se la trasfusione di sangue è ormai disponibile, almeno nei paesi occidentali, a tutti quelli che ne hanno bisogno, ciò si deve però, oltre che alla generosità dei donatori, alla scoperta di sostanze anticoagulanti ed alle tecniche di perfrigerazione, che permettono di conservare a lungo il sangue, inalterato ed allo stato liquido, in attesa del momento in cui se ne avrà bisogno. Più recentemente sono state addirittura scoperte tecniche che permettono di conservare il sangue pressochè indefinitamente, mediante congelamento. Se queste tecniche non sono ancora molto diffuse, ciò si deve soltanto al loro costo, ancora relativamente elevato.
Vorrei infine osservare che l’impiego terapeutico del sangue è diventato molto più sofisticato di quanto non fosse pochi decenni fa.
È infatti ormai possibile somministrare non solo il sangue intero, ma anche, in forma concentrata, i suoi singoli componenti (piastrine, globuli rossi, globuli bianchi, fattori della coagulazione, globuline capaci di difendere contro varie malattie infettive ecc.), a seconda dei bisogni del paziente. Infine, i moderni progressi terapeutici in vari campi, dalla cardiochirurgia con circolazione artificiale extracorporea alle moderne terapie antitumorali, non sarebbero stati possibili se non vi fosse stata ampia disponibilità di sangue fresco o ben conservato.
Se si pensa agli enormi progressi compiuti sembra quasi impossibile che la scoperta dei gruppi sanguigni risalga soltanto all’inizio del secolo e che le prime banche del sangue siano state fondate solo negli anni Trenta; non si può non sperare che altri progressi vengano compiuti nel prossimo futuro, in modo che la trasfusione di sangue diventi sempre più utile e sicura.
Prof. Ambrogio Chiesa
Primario dellà Divisione
di Medicina Generale dell’Ospedale Civile di Asti
Gentilmente concesso da AVIS

DONAZIONE DI SANGUE E SICUREZZA DELLE TRASFUSIONI

Il primo dovere del medico trasfusionista è quindi quello di esaminare attentamente il donatore potenziale e di interrogarlo per scoprire eventuali fattori di rischio. 

L’anamnesi deve essere minuziosa e precisa; è necessario raccogliere tutte le notizie riguardanti la salute del donatore, le principali malattie avute, le abitudini di vita. Una ricerca di questo tipo può consentire un primo screening per una eventuale esclusione. In ogni caso il mezzo più valido di selezione rimane il controllo del sangue raccolto, mediante il test per la ricerca dell’ anticorpo.
Esiste la possibilità di trasfondere il virus, e quindi di trasmettere l’infezione, anche con sangue negativo al test, se il donatore, benché infetto, è ancora privo di anticorpi specifici (quando si trova cioè nel cosiddetto “periodo finestra”). Secondo gli ultimi studi, su un milione di donatori sieronegativi, 5 sono infetti. E’ quindi indispensabile che il donatore sia a conoscenza delle drammatiche conseguenze che potrebbe provocare un eventuale comportamento a rischio, affinché eviti la donazione di sangue.
E’ importante dare maggior risalto al rapporto col medico trasfusionista: questo facilita il donatore nel riferire fatti e dubbi che potrebbero essere importanti e costituire indicazione per una auto-esclusione.
Attualmente sono stati adottati dei questionari, che i donatori devono compilare e sottoscrivere ad ogni donazione, che riportano precise domande sullo stato di salute e sulle abitudini di vita: questo è un ulteriore mezzo per favorire l’esclusione dalla donazione di persone con comportamento a rischio.
Inoltre è importante organizzare, con l’AVIS di riferimento, incontri tra donatori e personale del centro trasfusionale, durante i quali poter discutere meglio dei rischi legati a donazioni non sicure o delle modalità di contagio, per alimentare e aumentare la responsabilità del donatore periodico, che ha dedicato una parte della propria esisten­za al volontariato.
In questo senso è bene non incoraggiare le donazioni occasionali in quanto alcuni potrebbero essere indotti solo per il controllo del test per l’ AIDS, per il quale esistono centri di riferimento specifici a cui inviare chi ne facesse richiesta.
Un ulteriore mezzo di prevenzione è costituito dall’autotrasfusione, metodica da effettuarsi in casi selezionati e per interventi chirurgici programmati.

Scritto nell’Agosto 1993
GRONDA D. , PEZZALI M.
Centro Trasfusionale
Ospedale Civile
C.so Milano 19
27029 VIGEVANO (PV)

LE ANEMIE IN CORSO DI GRAVIDANZA

In corso di gravidanza, quando al fabbisogno in ferro della madre si aggiunge il fabbisogno in ferro del feto, stati ferro­canziali non ancora clinicamente evidenti possono esplodere, specie alla fine della gravidanza, quando alla fisiologica anemia da emodiluizione (legata all’aumentato volume plasmatico da probabile iperaldosteronismo), si aggiunge la sottrazione ai depositi materni di varie centinaia di mg. di ferro necessari per il feto: ricordiamo che ogni gravidanza costa alla madre 500 mg. circa di ferro.

Ciò costituisce un decimo del patrimonio globale in ferro dell’ organismo materno e le pluripare quindi sono molto soggette alle anemie da carenza di ferro. Pertanto l’ostetrico deve lavorare a stretto contatto con l’ematologo per documentare lo stato anemico e correggerlo adeguatamente.
Sarebbe lungo discutere in breve spazio la patogenesi delle anemie da carenza di folati e/o di Vit. B 12 che possono insorgere in corso di gravidanza. C’è da sottolineare comunque che è dimostrato come i folati sierici materni vengano intrappolati nella placenta e ciò probabilmente per essere prontamente disponibili per il feto, il che ha come conseguenza una diminuita disponibilità dei folati stessi per eritropoiesi materna. Dopo il parto, con l’espulsione della pla­enta, si perdono notevoli quantità di folati e poiché le riserve di folati, a differenza delle riserve di Vit. B 12 (che assommano a circa 3000 gamma) sono estremamente esigue, può verificarsi nel post partum una anemia da carenza di folati che si manifesta con un midollo megalomacroblastico e, a livello periferico, con un’anemia macrocitica.
Altro aspetto che è necessario tener presente nella donna in gravidanza è la possibilità che la gravidanza stessa metta in evidenza uno stato anemico congenito ignorato prima della gravidanza.
Ci riferiamo in particolare allo stato betatalassemico eterozigotico che, come è noto, può passare del tutto inosservato dal punto di vista clinico in soggetti di estrazione sarda, meridionale o originari, delle regioni del Delta del Po.
In questi soggetti, in cui si possono avere normalmente valori di ematocrito intorno al 30-33% con un alto numero di globuli rossi (5-6 milioni di globuli rossi x mm3, dato il carattere microcitico ipocromico della beta talassemia), si possono, durante la gravidanza, (specie nel terzo trimestre quando fisiologicamente si ha una emodiluizione legata probabilmente all’ iperaldosteroli- smo), manifestare marcati stati anemici che, ad un accurato esame dello striscio di sangue e ad un accurato dosaggio dell’emoglobina A2, si rivelano essere legati essenzialmente alla persistenza di una notevole quantità di emoglobina A2.
E’ chiaro che in questa terza eventualità, a differenza dei due stati anemici precedentemente descritti e cioè dalla anemia da carenza di folati e/o Vit. B 12, non è necessaria alcuna terapia, poiché dopo il parto, con la riduzione dell’ eccessivo volume plasmatico, si ritornerà a valori di ematocrito “normali” per la persona affetta da beta talassemia eterozigote e quindi ben tollerabili dal soggetto stesso. Nei due primi casi invece, e cioé nella anemia da carenza di folati e/o Vit. B 12, l’ostetrico e l’ematologo dovranno concordare la terapia marziale e quella con acido folico o Vit. B 12, da eseguire in modo da riportare al più presto possibile la donna nel post-partum ad uno stato ematologico di piena normalità.
Questo anche per prevenire tutti quegli stati di pseudo esaurimenti nervosi che si verificano spesso nelle donne post par­tum e che molto spesso sono legati esclusivamente alla carenza di sostanze eritropoietiche (ferro, acido folico o Vitamina B 12) che sono indispensabili per il pieno benessere e per la piena salute della donna.

Prof. Emanuele Salvidio
Ordinario Ematologia,
Direttore della Cattedra di Ematologia
Università di Genova.
Pubblicazione Giugno 1982

Alimenti senza glutine mutuabili

AZIENDA Prodotto ALIMENTA 2000 Cartucce Vesuvio ALIMENTA 2000 Cornetti al Cioccolato ALIMENTA 2000 Cornetti vuoti al cioccolato ALIMENTA 2000 Cornetti vuoti Crema ALIMENTA 2000 Cornetti vuoti marmellata ALIMENTA 2000 Crostatine al cioccolato ALIMENTA 2000 Crostatine alla marmellata ALIMENTA 2000 Farfalle Vesuvio marmellata e cioccolato ALIMENTA 2000 Freselle Vesuvio ALIMENTA 2000 Girandole Vesuvio ALIMENTA 2000 Savoiardi Vesuvio ALIMENTA 2000 Taralli alle mandorle ALIMENTA 2000 Tronchetti Vesuvio ALPROMA Le Asolane ALPROMA Le veneziane 100% farina mais BARILLA Wasa gallette di riso e mais BAULE VOLANTE Specialità di mais spaghetti BAULE VOLANTE Spirelli di mais pomodoro e spinaci BAULE VOLANTE Tagliatelle di mais CELIAPAN Focaccia CELIAPAN Pane fresco CELIAPAN Pizza CEREALVIT Bio Choco più CEREALVIT Bio Corn flakes senza glutine COPHARMA Baguette COPHARMA Baguette arricchite con calcio COPHARMA Biscotti al cioccolato COPHARMA Biscotti noci Hawai e miele COPHARMA Crackers al rosmarino COPHARMA Crackers naturali COPHARMA Crackers paprika COPHARMA Farina COPHARMA Farina per pane COPHARMA Farina per dolci COPHARMA Fondo precotto per focaccia al rosmarino COPHARMA Fondo precotto per pizza COPHARMA Fusilli al pesto COPHARMA Fusilli alla parmigiana COPHARMA G-free snack alla mela COPHARMA G-free snack all’albicocca COPHARMA G-free snack al mirtillo COPHARMA Merendine al limone COPHARMA Merendine al cioccolato COPHARMA Mini party COPHARMA Pan brioche COPHARMA Pan carré COPHARMA Pan carré integrale COPHARMA Pan di semi COPHARMA Pane casareccio COPHARMA Panini COPHARMA Panini ricchi in Fibre COPHARMA Pasta di grano saraceno e riso vari formati COPHARMA Pasta di riso e mais vari formati COPHARMA Penne al pomodoro e basilico COPHARMA Penne alla vesuviana COPHARMA Plum cake al cioccolato COPHARMA Plum cake al limone COPHARMA Rigatoni ai funghi COPHARMA Rigatoni alla carbonara COPHARMA Tostine DMF Couscous DMF Harisin Celigali DMF Harisin Bastoncitos DMF Harisin Bizcochos DMF Harisin Cubanitos DMF Harisin Delicias all’albicocca DMF Harisin Delicias cacao DMF Harisin Delicias fragola DMF Harisin Farini DMF Harisin Montecados DMF Harisin Negritos DMF Harisin Pasta DMF Harisin Pastas de almendra DMF Harisin Roscelli DMF Harisin Tostadas DMF Semolino Taranis DR. SCHAR Baguette pane DR. SCHAR Biscotti DR. SCHAR Biscotti con cioccolato DR. SCHAR Biscottini DR. SCHAR Brioches DR. SCHAR Cialde wafer DR. SCHAR Cioccolini biscotti crema caco DR. SCHAR Crackers DR. SCHAR Crackers salati DR. SCHAR Duo pane bianco DR. SCHAR Ertha pane nero DR. SCHAR Fantasia torta DR. SCHAR Farina dietetica per pane e pasta DR. SCHAR Fette biscottate DR. SCHAR Fettuccine alla carbonara DR. SCHAR Frollini biscotti alla pastafrolla DR. SCHAR Fusilli alla toscana DR. SCHAR Grissini DR. SCHAR Lebkuchen pan pepato DR. SCHAR Maccheroni alla parmigiana DR. SCHAR Magdalenas merendina albicocca DR. SCHAR Meranetti merendine DR. SCHAR Mix A margherita preparato per torta DR. SCHAR Mix B preparato per pane DR. SCHAR Mic C farina dietetica per dolci e cucina DR. SCHAR Nocciolì biscotti alle nocciole DR. SCHAR Pan carré pane bianco DR. SCHAR Pane panini DR. SCHAR Panettone DR. SCHAR Panini pane bianco DR. SCHAR Pasta dietetica DR. SCHAR Pasta lasagne prodotto dietetico DR. SCHAR Pepitas biscotti con gocce di cioccolato DR. SCHAR Pizza fondo per pizza DR. SCHAR Pizzirilli crackers DR. SCHAR Rustico pane ai cereali DR. SCHAR Salatini bastoncini salati DR. SCHAR Savoiardi biscotti dietetici DR. SCHAR Snack wafers al cioccolato con nocciole DR. SCHAR Sunna pane integrale DR. SCHAR Vital gluteno farina tipo integrale DR. SCHAR Vital muesli DR. SCHAR Wafer caco DR. SCHAR Wafer nocciole DR. SCHAR Wafer vaniglia DR. SCHAR Biscottini DR. SCHAR Bon Matin DR. SCHAR Focaccia DR. SCHAR Pan gratì fette biscottate macinate DR. SCHAR Vital fette croccanti DS FOOD Croissant surgelati DS FOOD Hamburger pane al sesamo surgelato DS FOOD Lasagne surgelate DS FOOD Millefoglie pasta sfoglia surgelata DS FOOD Pizza margherita surgelata DS FOOD Pizza vegetariana surgelata DS FOOD Ravioli alla ricotta ed erbette surgelati DS FOOD Sandwich pane bianco surgelato DS FOOD Tortellini con ripieno carne surgelati ERMA Amaretto con cioccolato al latte Happy farm ERMA Biscotti semplici Happy farm ERMA Biscotti con Yogurth Happy farm ERMA Biscotti gocce al cioccolato Happy farm ERMA Crackers Happy farm ERMA Crackers gusto pizza Happy farm ERMA Crackers salvia e rosmarino Happy farm ERMA Dolcetti al mais Happy farm ERMA Ghirondini con cioccolato al latte Happy farm ERMA I Moreschi Happy farm ERMA Le frolle al mais Happy farm ERMA Le waferine Happy farm ERMA Pasta vari formati Happy farm ERMA Wafer limone Happy farm ERMA Wafer vaniglia Happy farm ERMA Wafer cappuccino Happy farm FARMO Cocco FARMO Croccante FARMO Finax gluten free fibre pan FARMO Finax gluten free inulin low protein FARMO Lemoncream FARMO Muffin FARMO Musli FARMO Pasta mix FARMO Prontocream FARMO Fibre past FIORENTINI ALIMENTARI Basi per pizza FIORENTINI ALIMENTARI Biscotti al cioccolato FIORENTINI ALIMENTARI Biscotti di mais FIORENTINI ALIMENTARI Biscotti di mais con albicocche FIORENTINI ALIMENTARI Bocconcini FIORENTINI ALIMENTARI Brioches FIORENTINI ALIMENTARI Crackers FIORENTINI ALIMENTARI Croissants FIORENTINI ALIMENTARI Croissants al cioccolato FIORENTINI ALIMENTARI Fettine a cassetta con farina di riso FIORENTINI ALIMENTARI Fettine a cassetta leggere e croccanti FIORENTINI ALIMENTARI Fettine di mais e cereali integrali FIORENTINI ALIMENTARI Grattugiato fine FIORENTINI ALIMENTARI Preparato per panificare FIORENTINI ALIMENTARI Preparato per panificati e torte FIORENTINI ALIMENTARI Rosette FIORENTINI ALIMENTARI Wafer farciti con crema al caco FORTUNE FOOD Crackers di riso alghe marine FORTUNE FOOD Crackers di riso ananas FORTUNE FOOD Crackers di riso banana FORTUNE FOOD Crackers di riso barbeque FORTUNE FOOD Crackers di riso chilli FORTUNE FOOD Crackers di riso cocco FORTUNE FOOD Crackers di riso curry FORTUNE FOOD Crackers di riso erbe aromatiche e aglio FORTUNE FOOD Crackers di riso formaggio FORTUNE FOOD Crackers di riso fragola FORTUNE FOOD Crackers di riso naturale FORTUNE FOOD Crackers di riso originale FORTUNE FOOD Crackers di riso pepe fresco FORTUNE FOOD Crackers di riso sesamo FORTUNE FOOD Crackers di riso teriyaki GALBUSERA Zerograno frollino GLUTANO Pauly coni per gelato GLUTANO Pauly pane crisp GLUTANO Pauly riso & pomodoro H & H QUALITY FOOD Glutenout basi per pizze surgelaye H & H QUALITY FOOD Glutenout pizze con crema gianduia surgelate H & H QUALITY FOOD Glutenout pizza margherita surgelata H & H QUALITY FOOD Glutenout Torta al cioccolato surgelata H & H QUALITY FOOD Glutenout pantondi ITAL’NATURE Gallette di riso JOSS Crostatine al cioccolato surgelate JOSS Crostatine alla crema surgelate JOSS Delizie di spinaci surgelate JOSS Gnocchi surgelati JOSS Pizza margherita surgelata JOSS Ravioli carne surgelati JOSS Ravioli ricotta e spinaci surgelati JOSS Salta in bocca surgelati MEDIFOOD Sineamin pasta MILUPA Baguette MILUPA Barrette di nocciole e cioccolato MILUPA Cakes di mais MILUPA Cakes di mais albicocca MILUPA Cakes mais cioccolato MILUPA Corn flakes MILUPA Crackers MILUPA Dolcetti al cocco con cioccolato MILUPA Dolcetti di mais al cacao MILUPA Farina per pane, pizza dolci MILUPA Ghiottocream MILUPA Girelline MILUPA Pasta vari formati MILUPA Pan carré MILUPA Pane crisp MILUPA Panini MILUPA Pasta baby vari formati MILUPA Pauly break bar MILUPA Salatini al mais MILUPA Wafer crema al limone MILUPA Wafer crema al cacao MOLINO RIVETTI Il pane di Anna preparato per dolci MOLINO RIVETTI Il pane di Anna preparato per pane NATURALBIO Amaretti NATURALBIO Barchette di riso integrale NATURALBIO Fogliette di mais e riso NESTLE’ Nolac NEW CHEOPE Corn & vegetable pasta vari formati NEW CHEOPE Vegetable e rice pasta conchiglie spirali NOVARTIS Cereal gallette di riso integrale senza sale NOVARTIS Cereal gallette di riso NUTRICIA Glutafin gran biscotto NUTRICIA Glutafin pasta conchiglie NUTRICIA Glutafin biscotto cioccolato al latte NUTRICIA Glutafin biscotti croccanti al cioccolato NUTRICIA Glutafin biscotti moretti NUTRICIA Glutafin biscotti doblò NUTRICIA Glutafin cioco-sol biscotto cioccolato fondente NUTRICIA Glutafin crackers NUTRICIA Glutafin dolce al cioccolato NUTRICIA Glutafin dolce al limone NUTRICIA Glutafin dolce alla banana NUTRICIA Glutafin fantasia di biscotti NUTRICIA Glutafin frollino NUTRICIA Glutafin colomba NUTRICIA Glutafin farina NUTRICIA Glutafin maxi baguette NUTRICIA Glutafin pan rustico NUTRICIA Glutafin pancialda NUTRICIA Glutafin pancrac fette tostate NUTRICIA Glutafin pandolce datteri e noce NUTRICIA Glutafin pane bianco NUTRICIA Glutafin panettone NUTRICIA Glutafin pasta vari formati NUTRICIA Glutafin plum cakes NUTRICIA Glutafin 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PLADA BI AGLUT grispizzy grissini gusto pizza PLADA BI AGLUT grissini PLADA BI AGLUT grissini al sesamo PLADA BI AGLUT lingotti al cioccolati PLADA BI AGLUT merendine allo yogurt con uvetta PLADA BI AGLUT merendine con crema gianduia PLADA BI AGLUT merendine margheritine PLADA BI AGLUT pane PLADA BI AGLUT pasta PLADA BI AGLUT pasta e fagioli PLADA BI AGLUT pastina PLADA BI AGLUT pasta/pastina all’uovo PLADA BI AGLUT penne agli spinaci PLADA BI AGLUT penne con funghi porcini PLADA BI AGLUT plum ciok PLADA BI AGLUT preparato per impanare PLADA BI AGLUT savoiardi PLADA BI AGLUT sedani al pomodoro PLADA BI AGLUT snack salato PLADA BI AGLUT wafer al cioccolato PLADA BI AGLUT dolci merendine alla carota PLADA BI AGLUT panini PLADA FREE AGLUT fette tostate PLADA FREE AGLUT frollini con edulcoranti PLADA FREE AGLUT grissini PLADA FREE AGLUT crackers senza latte e uova PLADA FREE AGLUT farina PLADA FREE AGLUT merendine al cacao PLADA FREE AGLUT merendine allo yogurt e uvetta PLADA FREE AGLUT pasta all’uovo PLADA FREE AGLUT pasta/pastina PLADA FREE AGLUT wafer al cacao RISO SCOTTI Linguine di riso RISO SCOTTI Serizanol semolino RISO SCOTTI Spaghetti di riso

ANDROPAUSA & ALIMENTAZIONE

Il fumo danneggia l’endotelio, il tessuto che riveste la superficie interna di cuore, vasi, articolazioni.

Inoltre un eccesso di nicotina non aiuta certo la libido.
Non è da meno l’alcool.
E’ molto importante anche l’alimentazione. Non si deve eccedere nel consumo di carboidrati, per prevenire sovrappeso e diabete, seguire un’alimentazione bilanciata tra proteine e carboidrati, senza eliminare del tutto i grassi (a partire dai lipidi e dal colesterolo, infatti, viene sintetizzato testosterone, l’ormone responsabile dei
principali caratteri sessuali del maschio); non bisogna assumere grosse quantità di sale, per prevenire l’ipertensione. Mangiare tanta frutta, molta verdura e soprattutto molte vitamine.
Il testosterone è implicato anche nel funzionamento della tiroide e nella protezione delle cellule cerebrali.
Considerando che in andropausa si crea un ‘ipertrofia della prostata è bene aumentare il consumo di betacarotene e alfacarotene, come il licopene, contenuto nei pomodori, nelle fragole e nei frutti di bosco.
Ma soprattutto, è importante controllare il peso corporeo. L’obesità crea infatti gravi alterazioni del sistema circolatorio perché con l’aumento di peso si produce un ritorno difficoltoso del sangue dai piedi al cuore che causa un minor apporto di ossigeno al muscolo cardiaco e al cervello.

Giacomo FIORI – dietologo
Tel. 02.76021568
pubblicazione del 2004

LA TOSSINFEZIONE ALIMENTARE

Lo stafilococco insieme al genere streptococco e corine-bacterium, sono i principali agenti responsabili di tutti i quadri patologici catterizzati dalla presenza più o meno massiccia di pus, definiti come forme porulente in uomini ed animali. 

Questi germi sono anche detti “piogeni” 

Lo stafilococco enterotossico si sviluppa a determinate condizioni che non coincidono spesso con una elaborazione significativa della tossina.
Si conoscono almeno 5 enterotossine distinte di cui 4 ( a, b, c, d) sono state purificate e studiate.
Un singolo sottotipo di stafilococco ne può produrre più di un tipo.
I Batteri che elaborano i tipi A, od il tipo A ed il tipo D, sono i maggiori responsabili di episodi tossinfettivi alimentari accertati.
Gli stafilococchi possono svilupparsi da 6,7 °C a 47°C con un optimum a 35°C, ma producono quantità apprezzabili di tossina in una fascia di temperatura più ristretta come l’enterotossina B che si sviluppa tra 15,2 °C e 43,2 °C
La enterotossina è prodotta in quantità apprezzabile so­lo quando vi è uno sviluppo notevole di stafilococchi come, secondo alcune ricerche, 3-5 milioni per millilitro di latte o 3-13 milioni per grammo di formaggio.
Inoltre è stato dimostrato che la produzione delle enterotossine cessa prima che la moltiplicazione sia inibita. Così lo stafilococco ( ceppo 100 ) si sviluppa in aerobiosi a pH 4,8 ed in anaerobiosi (cioè in assenza di ossigeno) a pH 5,7 , ma l’enterotossina A viene prodotta solo a partire da valori pH di 5 e di 6, rispettivamente, quella B a pH 4,8 e 5,5 in presenza o meno di ossigeno.
La Enterotossina B è prodotta in scarsa quantità a pH 5 pur essendo buono lo sviluppo microbico, ha un optimum a pH 6-7, non si ritrova sopra pH 9, al contrario la tossina A sembra risentire di me­no l’influenza del pH.
Gli stafilococchi ( ceppo S-6 ) resistono bene alla presenza di sale e di nitriti, producono tossina B fi­no a concentrazioni di 9-10 % di cloruro di sodio, ma riescono a crescere fino a concentrazioni del 14%
La resistenza al calore varia a seconda dei ceppi e del tipo di alimento, si ritiene comunque suffi­ciente un riscaldamento a 66°C per 12 minuti per assicurare la distruzione di cariche elevate di stafilococchi.
Le enterotossine sono ben più resistenti al calore dei batteri produttori.
Esse sono polipeptidi molto resistenti anche all’invecchiamento. Si mantengono per oltre 4 mesi a 4 °C di temperatura.
Per inattivare la enterotossina col calore occorrono:

per il Tipo A
100°C 130 min
110°C 59 min
115°C 36 min
121°C 22 min

per il Tipo B
99°C 134 min
110°C 51 min
115°C 32 min
121°C 18 min

La presenza di altri microrganismi competitori può ostacolare la crescita degli stafilococchi ed impedire o ritardare la sintesi delle enterotossine.
Pertanto le condizioni più favorevoli di sviluppo si ritrovano quando gli alimenti hanno subìto un trattamento conservativo termico~ o ~elettivo, come la salatura, che distrugge gli altri microrganismi.
La tossina ha un effetto emetizzante dovuto alla stimolazione dei centri del vomito nel cervello di uomini e scimmie (0,1- 0,4 mg per Kg di peso vivo negli adulti).
Le altre specie animali mostrano una sensibiltà molto inferiore all’enterotossina ingerita per via orale. La crescita degli stafilococchi sugli alimenti non provoca alcuna alterazione organolettica degli alimenti stessi.
Gli stafilococchi crescono bene su tutti i substrati ricchi di sostanze organiche dalla mucosa nasale e faringea, alla cute di uomini e animali ed in tutti i luoghi ricchi di materiale organico: dalla spazzatura alle letamaie concimaie delle stalle, soprattutto nei mesi caldi dell’estate.
Infatti la malattia insorge più facilmente in questa stagione.
Gli alimenti più spesso responsabili variano da nazione a nazione, anche se si riscontrano più sovente nel latte e derivati come la crema, nelle carni e nei prodotti della pesca conservati a temperatura ambiente.
Incuba da 1 a 6 ore con una prevalenza di 2-4 ore, determina un quadro clinico con sintomi digerenti improwisi, nausea, vomito, dolori addominali colici più o meno forti seguiti da diarrea a volte sanguinolenta, prostrazione senza febbre, polso filiforme frequente, sudorazione e dolore anche agli arti inferiori. I sintomi scompaiono dopo 24-48 ore, gli esiti letali sono rari.
Il principale serbatoio di infezione è l’uomo stesso, anche se gli animali hanno una certa importanza.
Gli stafilococchi sono stati isolati in persone sane nella mucosa del naso e della faringe (dal 20% al 90% della popolazione è portatrice di St. Aureus), nella cute di individui sani o affetti da suppurazioni cutanee, in animali come mucche e pecore affette o no da mastiti.
La prevenzione dello Stafilococco si basa su :
l) Prevenzione all’origine della produzione: come il controllo del latte bovino e ovicaprino nella stalla: deve risultare completamente negativo non solo a infiammazioni dell’apparato mammario ma anche alla sola presenza dello stafilococco nel latte.
Le carni durante le fasi di macellazione non devono presentare alcuna lesione purulenta.
2) Prevenzione della contaminazione degli alimenti mediante accurata pulizia delle mani del personale, astensione dal lavoro di persone affette da lesioni purulente.
3)Inibizione dello sviluppo dello stafilococco pervenuto sugli alimenti mediante conservazione con catena del freddo, oppure mediante trattamento termico.

Dott. P.Di Iorio
Veterinario
Pubblicazione Dicembre 1990

CIBO & UMORE: TUTTI I CIBI CHE FANNO BENE ALLA MENTE

 

* economiche (costi, disponibilità);
* sociali (tradizioni culturali, religione, mode, contesto famigliare);
* pratiche (tempo a disposizione, turnistica lavoro, abilità in cucina);
* psicologiche (depressione, stress, benessere) ;
* biologiche (impatto sensoriale);
* patologiche (Alzheimer, demenze, esiti insulti cerebrali).

Colore degli alimenti.
II colore è il primo aspetto degli alimenti che colpisce i nostri sensi. Crea aspettative nei confronti delle altre qualità (sapore, odore, conservazione). E’ l’impatto che, unite all’esperienza ed, in seconda battuta agli altri sensi, determina l’assunzione od il rifiuto del cibo.

Stagioni.
La coltivazione in serra consente la disponibilità dei prodotti ortofrutticoli ben oltre la loro stagionalità.
La distribuzione ortofrutticola, inoltre, per mantenere più a lungo la commestibilità, comporta la raccolta precoce e l’uso di conservanti. Questo influisce negativamente sui livelli nutritivi e sulla qualità organolettica dei prodotti finiti. Tutte le coltivazioni hanno un tempo ottimale di raccolta. II rispetto della stagionalità nei consumi ortofrutticoli garantisce la varietà e buoni livelli di apporti nutrizionali.
Più la frutta e gli ortaggi sono scuri o intensamente colorati, più sono ricchi di antiossidanti e vitamine (rovesterolo, antocianine, polifenoli). I colori tenui, pallidi, slavati sono indice di scarsitaà di micronutrimenti.
La cellula nervosa è tra le cellule che consumano più ossigeno. E’ pertanto esposta più di altre ai danni connessi
al metabolismo ossidativo: produzione di perossidi e di radicali liberi. L’apporto di vitamine antiossidanti e minerali in traccia (oligoelementi) antiossidanti, difende la cellula nervosa sia dai danni organici che da quelli funzionali (degenerazione e depressione).

COLORI – CIBO – SENSAZIONI
BIANCO Sano, sorgivo
GIALLO Aspro, fresco
ORO Lussureggiante
VERDE Salutare, naturale
ROSSO Saporito, caldo
AZZURRO Leggero
GRIGIO Anodino, melanconico
NERO Amaro

Nutriamoci di colori.
“Mens sana in corpore sano” recitavano gli antichi romani. Non è un segreto che l’efficienza fisica e quella mentale vadano di pari passo. Ma è un’acquisizione recente quella relativa all’importanza dei micronutrienti antiossidanti nella prevenzione dell’invecchiamento della cellula nervosa e della predisposizione alla depressione. Si tratta di sostanze molto colorate.
In tavola e non solo, ai colori si associano sensazioni gustative e risposte affettive. Lasciamo quindi il bianco e nero al cinema d’autore. In cucina invece prendiamoci lo schermo panoramico a colori!
Nel modello di dieta ideale (piramide alimentare), la verdura e la frutta sono in grande abbondanza, subito dopo i cereali. Bisogna fare in modo di consumare sia vegetali ricchi di vitamina C, che di vitamina A. Si tratta delle due vitamine antiossidanti che insieme ai flavonoidi ci difendono dal cancro e dall’arteriosclerosi. Come ci si deve regolare per scegliee frutta e verdura? Seguire i colori!
L’arancio, il rosso, il verde scuro sono indice di ricchezza di flavonoidi, caroteni, vitamina C; mentre il nero (more, spinaci, cavolo nero) di antocianine, precursori della vitamina A protettivi della retina. Ed allora forza con albicocche, meloni, more, arance, cachi, carote, zucche, peperoni, spinaci, cavolo nero, agretti ….

Gen Feb Mar Apr Mag Giu Lu Ago Sett Ott Nov Dic
Asparagi x x x
Bietole x x x x x x x x x
Cargiofi x x x x x x x
Carote x x x x x x x x x x x x
Cavolfiori x x x x x x x
Fagioli x x x x x x
Fagiolini x x x x x x x x x x x
xFinocchi x x x x x x x
Funghi freschi x x x x x x
Insalate x x x x x x x x x x x x
Melanzane x x x x
Patate x x x x x x x x x x x x
Peperoni x x x x
Pomodori x x x x x
Piselli x x x
Sedani x x x x x x x
Spinaci x x x x x
Radicchi x x x x x
Zucchine x x x x x x x
Zucche x x x x x

Omega-3.
Sigla di moda, anche sulle etichette degli yogurt e del latte. Omega tre vuol dire che il terzo legame della catena dell’acido grasso e doppia (insatura). Si tratta di acidi grassi essenziali che garantiscono la funzionalità della membrana cellulare nervosa e della guaina delle fibre nervose. In caso di carenza di omega-tre gli scambi cellulari si riducono. Tutto l’organismo ne risente negativamente. A livello di sistema nervoso, numerosi studi connettono la carenza di omega-tre a stati depressivi ed a scarsa risposta alle terapie antidepressive.
Gli omega-tre sono i grassi del pesce di mare e della frutta secca (DHA, EPA). Mettendo a confronto le curve di incidenza della depressione con quelle dei consumi di acidi grassi, si e registrata una minore frequenza di depressione nelle popolazioni abituate a consumare pesce e noci; un aumento della depressione negli Stati Uniti in concomitanza del diffondersi dell’uso di margarine e della riduzione di consumo di pesce; basso consumo di omega-tre nei depressi.

Gen Feb Mar Apr Mag Giug Lu Ago Sett Ott Nov Dic
Albicocche x x
Angurie x x
Arance x x x x x x
Castagne x x x
Ciliege x x x
Fragole x x x x x
Kiwi x x x x x x x
Lamponi x x x x x
Mele
Meloni x x x
Mirtilli x x
Noci x x x
Pere x x x x x x x x x x
Pesche x x x x
Ribes x x x
Susine x x x x
Uva x x x

Minerali.
Ferro. La carenza di ferro e spesso sottovalutata. Sopratutto nella donna fertile. Dal ferro dipendono il trasporto dell’ossigeno e l’efficienza dei processi ossidativi. Compresi quelli che danno origine ai neurotrasmettitori principali: norepinefrina, dopamina, serotonina … I primi sintomi di carenza di ferro sono la stanchezza, l’irritabilita, l’incapacita di concentrazione, l’abulia.
Selenio. E’ il principale oligoelemento antiossidante. Componente dei cosiddetti enzimi spazzini (superossidodismutasi). Difende le cellule dalla degradazione ossidativa.
Zinco. Coinvolto nei processi di riparazione tissutale. Possiede attivitàantiossidante.
Depressione. Quattro neurotrasmettitori giocano un ruolo importante nella depressione (norepinefrina, dopamina, acetilcolina, serotonina). I primi tre sono i principali regolatori del sistema neurovegetativo. La norepinefrina e la dopamina esercitano un’azione eccitatoria. L’acetilcolina un’azione modulante. II quarto, neurotrasmettitore: la serotonina, è il principale neurotrasmettitore del sistema neuroenterico e del sistema limbico.
E un neurotrasmettitore connesso a sensazioni quali la tranquillità, la fiducia in se stessi, l’appagamento.

Difetti di amine biogene (norepinefri­na, dopamina); eccessi di acetilcolina; carenze di serotonina, sono associati a stati depressivi. I farmaci antidepressivi cercano di correggere questi squilibri. La maggioranza di essi sono attivi sulla serotonina, ne rallentano la scomparsa dal circolo (reuptake, in termini farmacologici). Parliamo dunque di serotonina.

Serotonina e cibo.
La serotonina deriva da un aminoacido essenziale, il triptofano, che ne èil precursore. I principali cibi ricchi di triptofano sono: illatte e latticini, il cioccolato, lavena, i datteri, l banane, l arachidi. Buoni livelli di serotonina si ottengono con un buon assorbimento di triptofano. Ma quest’ultimo può essere favorito od ostacolato dalla contemporanea assunzione di altri nutrimenti.
Fattori ostacolanti. Viene ostacolato dagli aminoacidi ramificati. Aminoacidi essenziali di cui il nostro organismo ha comunque bisogno: valina, leucina, isoleucina. Le principali fonti di aminoacidi ramificati sono le carni, il pesce, le uova. Fattori facilitanti. L’assorbimento di triptofano viene facilitato da apporti elevati di carboidrati e zuccheri (pane, pasta, patate, cioccolato, zuccheri della frutta e degli ortaggi, dolci).
Molti stati depressivi sono la conse­guenza di un sovraccarico di aminoacidi ramificati associato a ridotti apporti di carboidrati. Le situazioni più frequenti che li favoriscono, sono le diete dimagranti iperproteiche e le integrazioni proteiche forzate per lo sportivo.
A complicare il quadro della serotoni­lna interviene il ciclo notte-giorno. La produzione di serotonina a partire dal triptofano viene innescata dalla luce del giorno ed interrotta dal buio (e dalla luce artificiale). Buio e luce artificiale, non solo bloccano la produzione di serotonina, ma attivano anche la sua trasformazione in melatonina: il neurotrasmettitore della notte. Melatonina: induce prima sopore e poi sonno. La vita al chiuso, troppe ore sotto la luce artificiale prolungano la presenza di melatonina in circolo.
Livelli di melatonina eccessivi anche nelle ore in cui la modulazione necessaria ad un buon sonno non è più necessaria, esercitano effetti depressivi. II consumo dei pasti in ambienti con illuminazione e logistica finalizzati al ricambio rapido dela clientela (luce al neon, trespoli) e la situazione più frequente di persistenza della melatonina. I capolavori del pittore americano Hopper (“Nottambuli” 1947; “Automat” 1927) sono esplicativi al riguardo, più di intere monografie sulla solitudine ed alienazione.
Vita al chiuso, eccesso di carne, scarsi apporti di carboidrati e di zuccheri della frutta e degli ortaggi, sono una miscela di abitudini errate che possono portare alla depressione.

Profumo degli alimenti.
II profumo della panificazione nelle vicinanze della bottega del fornaio; l’acuta fragranza delle prime fritture; il caldo aroma della carne abbrustolita. Ma anche l’odore di cibo bruciato, il puzzo acre dei grassi di frittura riciclati, il fetore delle uova marce, e quello dei formaggi fermentati dimenticati in frigorifero, delle carni e dei pesci scongelati e non consumati in giornata. Profumo, odore, puzzo. II buon odore attira e predispone l’animo a buone sensazioni, quello cattivo induce il rifiuto ed uno stato d’allerta irritativo tipico della sensazione di pericolo. L’odore ed il colore degli alimenti possono influenzare non solo la scelta degli stessi, ma anche l’umore giornaliero.

L’abbuffata.
L’eccessivo carico digestivo ha effetti negativi immediati sulla performance cerebrale. Cefalea digestiva, torpore, rallentamento, ridotta capacità di concentrazione.

Vino ed alcoolici.
II consumo moderato ha effetti disinibitori e facilita la digestione. Con un’alcolemia di 300 mg/litro iniziano i primi effetti euforici che possono avere conseguenze dannose (scarsa prudenza nella guida).

Gli stimolanti.
Caffe, Te, Mate, Gin­Seng. Ricchi di caffeina. Favoriscono l’attenzione. L’eccesso può indurre tachicardia, palpitazioni, ipertensione, insonnia.

Cioccolato.
Merita un discorso a parte. Teobroma cacao, cioe “Cibo Divino”. Nutrimento del fisico e della mente, sarà oggetto di un prossimo articolo.

Gli afrodisiaci.
Non solo per l’uomo, ma anche al femminile. Tartufo, caviale, ostriche, germogli, aglio, uova di quaglia … A volte per la donna il miglior afrodisiaco e non dover cucinare. Essere invitata in un bel locale accogliente dove tutto è gia pronto e si viene serviti.

Per saperne di più:
Carlo Cannella, Roberto Carcangiu
“Nutrire la mente in cucina”
CAST ALiMENTI 2006
Andrew Weil, Winfred Rosen
“Dal cioccolato alla morfina”
ARCANA 2007
www.dietapuerari.it

Autore: Dr. Francesco PUERARI
Dietologo Nutrizionista, Neurologo
via del Sale 24
26100 Cremona
Tel. 0372-36939 www.dietapuerari.it
Pubblicazione maggio 2010