Le cellule dello strato corneo sono ricche di cheratina, una sostanza che conferisce alIa pelle resistenza e impermeabilità agli agenti esterni. Esse si desquamano continuamente e vengono perciò rimpiazzate da altre cellule che si formano nello strato sottostante basale. Nello strato basale si forma una sostanza nota come melanina, un pigmento bruno che ha funzione di proteggere la pelle dalla stimolazione del sole, conferendo ad essa una colorazione nota come abbronzatura. L’ epidermide si rinnova continuamente: le cellule si formano, muoiono e vengono eliminate in un processo di trasformazione che dura circa una ventina di giorni.
- Derma: è la struttura che dà nutrimento alla pelle. Nel derma si possono distinguere due strati: quello superficiale (detto anche papillare) e quello profondo (o reticolare), rappresentati da tessuto connettivo fibroso le cui fibre collagene, elastiche e reticolari, hanno direzione sia parallela che perpendicolare alla superficie cutanea in modo da formare una maglia caratteristica che dà alla cute la qualità di essere distendibile.
Il derma è ricco di:
- un complesso sistema di vasi sanguigni che nutrono la pelle;
- nervi e terminazioni nervose sensoriali che prima raccolgono gli stimoli tattili quali caldo, freddo, ruvido, liscio, pressione, dolore etc. esercitati sulla pelle e poi li trasmettono al cervello.
Nel derma sono impiantate, inoltre:
1) le ghiandole sudoripare che secernono il sudore (costituito da acqua, sali minerali, urea e tossine) che ha il compito di espellere dall’ organismo una parte delle tossine e che, evaporando, rinfresca la pelle;
2) le ghiandole sebacee, sparse con differente densità per tutta la superficie cutanea, producono il sebo (secrezione a base di lipidi), che mantiene la pelle elastica e tonificata, svolgendo inoltre una funzione batteriostatica (impedisce cioè che i batteri entrino nell’ organismo).
- Ipoderma: è lo strato più interno e ha fondamentalmente il compito di proteggere gli organi dai traumi e dalla dispersione di calore oltre a rappresentare una riserva energetica che si deposita sotto la superficie della pelle.
“Come la pelle di un neonato”
E’ un’espressione oramai proverbiale per indicare una pelle liscia, vellutata e morbida. A queste qualità vanno però associate anche la delicatezza e la vulnerabilità che caratterizzano la pelle del bambino soggetta dunque facilmente ad arrossamenti ed irritazioni (soprattutto in certe zone “a rischio”) causate da agenti esterni o interni.
La pelle del neonato, a differenza di quella dell’adulto, non è ancora completamente formata ed è perciò piuttosto fragile; la conoscenza, quindi, delle sue caratteristiche aiuta a seguire un buon programma di igiene.
Al momento della nascita la pelle appare completamente ricoperta da una membrana protettiva di colore bianco-giallastro, la cosiddetta vernice caseosa, formata da sebo e da cellule desquamate prodotta dalle ghiandole sebacee durante il periodo fetale che ha I’importante funzione di protezione contro la macerazione provocata dal liquido amniotico. Rapidamente la secrezione di sebo nel bambino diminuisce e la vernice caseosa viene rimossa, ciò può causare secchezza cutanea. Tale rimozione è spesso accentuata dall’uso sconsiderato di detergenti che contengono sostanze troppo aggressive.
La superficie cutanea del bambino, in rapporto al suo peso, è inoItre relativamente piu estesa rispettò a quella dell’adulto, e ciò può comportare una maggiore concentrazione di sostanze assorbite attraverso la pelle, ciò moltiplica le possibilità di assorbimento di tutto ciò che viene applicato sull’ epidermide e aumenta, di conseguenza, i rischi di inconvenienti dovuti all’uso di prodotti cosmetici non adatti.
OItre a ciò la estrema fragilità della pelle del lattante aumenta i rischi legati al contatto prolungato con fattori irritanti quali urine, feci, pannolini, biancheria, prodotti da toilette. La pulizia periodica delI’area del pannolino va perciò eseguita frequentemente tutte le voIte che il bambino è bagnato o sporco, per evitare che un contatto prolungato con gli escrementi possa infiammare ed irritare la fragile cute. Nel lattante è frequente infatti la dermatite da pannolino, un’irritazione della pelle del sederino e dei genitali, causata dal contatto prolungato con le feci e le urine (in particolare con l’ammoniaca presente nella pipì), che alla lunga macerano la pelle provocando arrossamenti spesso dolorosi quando si toccano, qualche voIta accompagnati da vesciche e piaghe.
Per prevenire I’ eritema dell’area del pannolino la pelle va lavata ad ogni cambio con acqua tiepida, ricordando di eseguire la pulizia nelle femmine dall’ avanti all’indietro, in modo da evitare di trasportare sostanze irritanti dalla regione anale a quella vaginale. Per la pulizia ci si può servire di batuffoli di ovatta (mai spugne, in quanto sono assolutamente antigieniche per questo impiego, poiché si impregnano di sporcizia), aprendo e pulendo con cura tutte le pieghe. La cute va poi asciugata per contatto applicando successivamente una pasta protettiva (vedremo questo in modo più dettagliato nel rito del bagnetto di seguito descritto ).
La quantità di acqua che è contenuta negli strati piu profondi della pelle è moIto importante perchè ad essa si deve la delicatezza e l’estrema fragilità della pelle del bambino, ma anche la scarsa resistenza e la poca tonicità.
Nei primi anni di vita, quindi, i prodotti più usati per la cura della pelle del bambino possono essere distinti in:
* Detergenti
* Protettivi
DETERGENTI
Un buon prodotto detergente deve possedere un’azione emolliente in grado di garantire setosità e trasparenza cutanea. Deve pulire a fondo la pelle, senza inaridirla ed irritarla, rispettando quel film idrolipidico che funge da difesa e protezione contro l’attacco degli agenti esterni dannosi.
Ma in realtà cos’è un sapone?
Una molecola di sapone contiene una lunga catena idrocarburica ed un’estremità ionica.
La parte idrocarburica della molecola è idrofoba (cioè poco affine all’ acqua) e solubile nei composti apolari, mentre la testa ionica è idrofila (cioè si scioglie in acqua). A causa della catena idrocarburica la molecola di sapone non può sciogliersi completamente in acqua ed il sapone resta sospeso nell’acqua in forma di micelle, cioè di aggregati di 50-200 molecole aventi I’ estremità ionica verso l’ acqua e le catene idrocarburiche legate tra loro da forze dispersive (Heitler-London) a costituire il cosiddetto “cuore micellare”
Il pregio di un sapone sta nella sua capacità di emulsionare lo sporco, in modo che lo si possa sciacquare con acqua. Le proprietà emulsive sono dovute al fatto che la parte idrocarburica delle molecole di sapone si scioglie in sostanze apolari, ovvero lo sporco, mentre le teste ioniche vengono attratte dall’ acqua, e si respingono tra di loro obbligando lo sporco a rimanere sospeso in forma di microgocce. Oggi, con una certa incoscienza, si tende ad un uso eccessivo di detergenti spesso inadeguati.
La loro azione lesiva viene incrementata dall’utilizzo, nella loro formulazione, di sostanze eccessivamente aggressive. L’uso sconsiderato di detergenti comuni può aIterare il film idrolipidico e il pH cutaneo (cioè il livello di acidità della pelle) del piccolo, mentre esistono prodotti specifici, in grado di rispettare il naturale equilibrio epidermico. Per non irritare la pelle delicata del bambino occorrono, quindi, detergenti specifici per l’infanzia. Il mercato propone una vasta gamma di prodotti: dalla saponetta al bagnoschiuma, all’olio da bagno, allo shampoo. I piu delicati hanno un pH di circa 5,5, (il più simile alle condizioni fisiologiche della cute) indicati soprattutto se il bambino è predisposto a reazioni allergiche, tra questi ricordiamo gli olii da bagno che svolgono un’azione lenitiva e idratante e addolciscono I’ acqua molto calcarea.
Vietati, quindi, saponi aggressivi, profumi o acqua di colonia: irritano la pelIe, la impoveriscono e la disidratano, causando fastidiose screpolature. Generalmente buoni prodotti contengono olii (olio di mandorla, olio di vaselina) che opportunamente miscelati consentono di formulare detergenti che puliscono per affinità, rimovendo la sporco annidato nella porzione lipidica. Sicuramente la presenza di additivi reologici (cocoilamide, cocoilpropil betaina) rendono le soluzioni meno essiccanti, mentre vitamina A o precursori (daucus carota) e vitamina E hanno azione antiossidante e rigenerante. Sostanze come I’ alfa bisabololo, I’ acido 18 beta glicinetico, I’ allantoina, il pantenolo possono sostituire o coadiuvare l’ azione antisettica, cicatrizzante e riepitelizzante dello zinco ossido.
Ritroveremo, infine, sostanze naturali (avena colloidale, camomilla, miele) che hanno azione lenitiva, decongestionante e antipruriginosa, in base alle percentuali in cui vengono utilizzate.
“il Bagnetto”
Dopo i primi 15 giomi dalIa nascita, quindi dopo che è avvenuta la caduta del moncone del cordone ombelicale, si può effettuare il bagnetto (l’acqua infatti ostacola la cicatrizzazione dei tessuti). Nel frattempo il neonato va deterso con spugnature d’ acqua tiepida su tutto il corpo, eccetto la zona del cordone ombelicale. Quando l’ ombelico si è completamente cicatrizzato si può passare all’immersione.
La temperatura dell’acqua deve essere di circa 37° C, mentre per detergere con delicatezza è pratica una spugna naturale o un guanto morbido che permettono di pulire anche le zone più delicate senza il timore di graffiare o irritare la pelle sensibile del bambino. Vicino alIa vaschetta è bene tenere I’ accappatoio o il telo in spugna in modo da non dover lasciare da solo suI fasciatoio il bambino dopo il bagno.
L’ ambiente deve essere tiepido ma non eccessivamente riscaldato: la temperatura ideale è intomo ai 23° C. Uno sbalzo eccessivo tra il luogo del bagnetto e gli altri locali potrebbe provocare al bambino raffreddore, tosse o mal di gola. Occorre utilizzare una vaschetta abbastanza ampia per permettere al bambino di muoversi e distendersi. Questa deve essere piena d’ acqua, in modo che il piccolo resti immerso fino al collo e non prenda freddo.
Per fare il bagnetto non c’è un’ ora fissa, ma I’ esperienza consiglia di farlo prima del pasto serale, tre le 19 e le 20. Il bagno ha un effetto distensivo suI bambino: è quindi un metodo naturale ed efficace per favorire la nanna nelle ore nottume anche nei neonati piu incquieti. Il bambino va adagiato in vasca con gesti pacati ma sicuri, immergendolo nell’acqua gradualmente, va sostenuto passando un braccio dietro la schiena e appoggiando il capo sull’ avambraccio. Con la mano libera si procede poi alIa pulizia del viso, collo, torace e gambine. Poi va girato sorreggendogli il petto con il braccio, per detergergli la schiena e il sederino.
Per favorire un buon rapporto con l’ acqua occorre maneggiare il piccolo con sicurezza altrimenti potrebbe innervosirsi, non tanto per paura dell’acqua quanto per la sensazione di disagio trasmessagli da chi lo accudisce. Se, infatti, i genitori toccano il bimbo con incertezza e temono di fargli male, gli comunicano ansia e lo inducono a diffidare dell’acqua. Terminato il bagnetto occone asciugare accuratamente il bambino: è opportuno tamponarlo con la massima delicatezza per non irritare la pelIe e asciugare bene le zone delle pieghe (inguine, sederino, ascelle) per prevenire il ristagno di umidità che favorisce la macerazione della cute.
Si può usare anche un po’ di talco versandone una piccola quantità suI palmo della mano per poi massaggiarlo delicatamente sulla pelle, evitando così che il piccolo possa inalare il prodotto e irritare le mucose.
Il rito del bagno dovrebbe terminare con un massaggio rilassante al neonato. Oltre a infondere una sensazione di benessere, la manipolazione è essenziale per la conoscenza tra genitori e figlio: attraverso il tatto si crea un linguaggio speciale, profondo e istintivo, che rafforza il rapporto affettivo. Anche per questo motivo, quindi, è bene che la mamma e il papà si alternino.
PROTETTIVI
Dopo che il bagnetto è stato effettuato bisogna controllare accuratamente lo stato della pelle del bambino. Infatti, a seconda che presenti arrossamenti o no, i trattamenti sono diversi. Nel primo caso è necessario applicare una crema altamente lenitiva e protettiva, ovvero con una più alta percentuale di ossido di zinco per dare sollievo e prevenire altre forme di rossore. Nel secondo caso basta applicare una crema protettiva più leggera per mantenere la pelle sana e integra.
Innanzitutto è bene che sulla pelle del bambino non vi siano residui di sporco poichè il rischio è di provocare piu danni che benefici. Infatti l’ azione della crema protettiva è quella di formare un sottile film-barriera che, aderendo perfettamente alIa pelle pulita, ostacoli efficacemente il suo contatto diretto con feci e urine. La stessa crema applicata sullo sporco residuo, lo “fissa” sulla pelle provocando un contatto lungo ed indesiderato che faciliterà irritazioni ed arrossamenti. Secondo la F.U. (farmacopea ufficiale) le forme farmaceutiche per uso dermatologiche sono definite come pomate e si differenziano in:
- unguenti
- creme
- gel
- paste
Tra queste le creme e le paste sono quelle più utilizzate per ripristinare e ristrutturare la barriera cutanea del bambino. Le prime sono facilmente spalmabili, le seconde sono maggiormente schermanti e impermeabilizzanti.
Nelle creme ritroveremo vari componenti:
* Componenti ehe esaltano la spalmabilità come glicerina, ceramidi, allantoina e il pantenolo (sostanze ammorbidenti e idratanti che facilmente penetrano la pelle).
* Componenti che rafforzano la caratteristica barriera della pelle, cioè creme che formano una pellicola selettiva che procura uno schermo dagli agenti irritanti, ma allo stesso tempo permette che le molecole di ossigeno, anidride carbonica e vapore acqueo siano permeabili.
Nelle paste è comune ritrovare lo zinco ossido con percentuali molto alte (10% ed oltre). Questo perchè, applicato sui genitali esterni, esplica un’ azione antisettica, astringente e riepitelizzante.
Nelle paste inoltre, per rafforzare l’adesività e al contempo l’effetto schermante, ritroveremo l’idrolizzato di caseina (proteina derivata dal latte)
Sia nelle paste che nelle creme sono presenti sostanze naturali:
* Camomilla: è la più nota, sfrutta le proprietà contenute nei capolini dei fiori (olio essenziale ricco di camazulene, carburi terpenici e di alfa bisabololo) ed ha un’ azione antiflogistica e cicatrizzante.
* Calendula: vanta proprietà emollienti. I flavonoidi racchiusi nei sui fiori favoriscono la prevenzione e la cura degli arrossenti cutanei.
* Borragine: grazie agli acidi grassi essenziali (omega-6 ed omega-3) la borragine ripristina la permeabilità delle membrane cellulari,
* Amamelide: ha un’ azione astringente, antiflogistica e cicatrizzante per effetto dei derivati flavonici e tanninici racchiuse nelle foglie.
Spesso nelle formulazioni di creme e paste ritroveremo I’urea la cui azione principale è quella di mantenere morbido ed elastico lo strato corneo, evitando l’indurimento e l’ispessimento grazie alle sue proprietà igroscopiche.
Infine, tra le sostanze piu recenti si sono rivelate utili l’ acido fitico e l’ acetato d’ oleile le cui funzioni (prevengono e risolvono le fasi iniziali della dermatite da pannolino) sono dovute principalmente all’inibizione delle lipasi e delle proteasi fecali responsabili dell’irritazione cutanea, per questo tali sostanze sono dette anche antienzimi.
La pelle dei bambini deve essere curata in tutte le fasi della crescita, l’ amore e la cura che riversiamo nei piccoli è tangibile anche dallo stato della pelle, e nel curarla ricordiamo sempre: “noi doniamo poca cosa dando ciò che possediamo. E’ quando doniamo noi stessi che doniamo veramente”.
Luigi Buonoconto
pubblicazione del 2005