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IL MIELE: ALIMENTO E MEDICAMENTO

Il miele ha sugli altri alimenti il vantaggio di offrire tutta una varietà di sapori e di essere fra tutti il più puro: infatti ha una tale concentrazione di sostanze zuccherine che i batteri non vi possono vivere più di un’ora o due.

Si narra, ad esempio, che in una tomba egizia fu trovato miele di 3000 anni; il tempo lo aveva reso più scuro e più denso, ma era ancora puro e commestibile. Analizzato chimicamente il miele risulta composto di:
-vitamine
-sali minerali
-enzimi
-glucosio 31,28%
-fruttosio 38,29%
-acqua 17,20%
-polisaccaridi 10,12%
-sostanze vitali 3,21%
Il miele viene posto in commercio con classificazioni merceologiche derivate dal luogo di origine di per sè già sufficienti a distinguere i tipi pregiati da quelli di minore valore; infatti, i caratteri organolettici che sono piuttosto costanti in relazione all’origine del prodotto, possono essere facilmente controllati. La frode commerciale può naturalmente adulterare anche questo prodotto di per se stesso incontaminato e genuino, ma non vi è frode che non venga subito denunciata dal miele stesso: se diluito con acqua il miele fermenta (in caso si può correre ai ripari portandolo ad ebollizione a bagnomaria ed asportando via via la schiuma accumulata); se falsificato con sostanze aggiuntive, quando viene riscaldato, si fonde depositando scorie. La sua colorazione è variabile così come il sapore e l’aroma. Tali caratteri derivano dalle differenti fioriture stagionalmente bottinate; si hanno così mieli di castagno (di colore bruno scuro), di acacia (limpido e chiaro), di millefiori (ambrato), di timo (dorato), di brughiera (scuro). Vi è inoltre un tipo di miele dal gusto meno gradito al palato, usato in grande quantità dai fornai e dai pasticceri perché una volta cotto, perde il sapore sgradevole senza diminuire il suo valore nutritivo, mentre contribuisce a mantenere morbida la pasta cotta nel forno. Altri tipi scadenti di mieli vengono usati nelle manifatture di tabacchi per profumare, inumidire, e conciare il tabacco. Anche nella farmacopea italiana il miele ha trovato impiego ufficiale sia per la preparazione di sciroppi, sia per quella di milliti, ossia le soluzioni di miele che servono ad inglobare sostanze medicamentose. Anche per i più scettici i benefici sono innegabili: l’azione decongestionante e fluidificante delle secrezioni mucose sulle prime vie aeree; quella energetica, che si esplica sia a livello muscolare che cerebrale per il suo alto contenuto di fruttosio e fosfato; l’attività disintossicante a livello epatico unita alla facile digeribilità anche per individui in precaria condizione di salute, ne fanno un alimento con caratteristiche del tutto peculiari.

Scritto nel Marzo 1982

EUCALIPTO

Il fiore é singolare: il calice é allargato a formare una coppa chiusa da coperchietto che si stacca al momento della fioritura; i petali mancano mentre gli stami sono assai numerosi. Il frutto é una capsula con semi numerosi e molto piccoli. 

I principi attivi sono contenuti nelle foglie che a tale scopo si essicano all’ombra e si conservano in recipienti di vetro o porcellana e sono: olio essenziale (cineolo, pinene, canfene, globulolo, eucazulene).
L’eucalipto viene utilizzato da lungo tempo in preparazioni atte a risolvere infiammazionidell’apparato respiratorio, urogenitale ed intestinale.
Per uso interno si fa infuso con 2 g in 100 ml di acqua.
Per uso esterno 6 g in 100 cc d’acqua hanno il potere di disinfettare la pelle e di lenire le ustioni.
Un ottimo effetto deodorante si ottiene mettendo nell’acqua calda del bagno una manciata di foglie di eucalipto.

ACHILLEA

Fiori: alcuni provvisti di ligula bianca (circa 10) formano corona attorno ad altri fiorellini senza ligula originando il capolino: più capolini si riuniscono in infiorescenza (corimbo) di colore biancastro o leggermente rosa che origina all’apice del fusto. 

Principi Attivi: olio essenziale, sostanze amare utilizzate soprattutto nell’industria dei liquori.
Proprietà: stimola la secrezione dei succhi gastrici, favorendo la digestione. Talora è utilizzato come correttore del gusto di tisane. Ha inoltre proprietà antiacide, antiemorragiche, astringenti, cicatrizzanti.
Droga: foglie e sommità fiorite che si raccolgono da giugno (le foglie) per tutto il tempo della fioritura (le sommità in luglio e agosto) e vengono essiccate in luogo fresco ed arieggiato. Per la conservazione è bene usare barattoli di vetro.
Uso Interno:
Aperitivo digestivo.
Infuso: 1 cucchiaio in mezza tazza d’acqua. Si assuma due volte al giorno prima dei pasti.
Tintura: 20gtt. dopo i pasti.
Tintura vinosa: 2 cucchiaini in 100g. di vino bianco, si lascia macerare per 10 giorni. Se ne assume un bicchierino prima o dopo i pasti.

Uso Esterno:
Macerato a caldo in un litro d’acqua bollente vengono posti 20g. di foglie. Appena divenuto tiepido si filtra ed il liquido viene utilizzato per impacchi o lavaggi antiemorroidari.
Cataplasma: foglie e fiori freschi pestati in mortaio possono essere posti sul seno in caso di ragadi.

BARDANA

Foglie: margine interno ondulato, lamina triangolare, faccia inferiore di colore bianco cenere

Fiori: di color porpora riuniti in capolini a loro volta raccolti in infiorescenze formate da corimbi all’apice dei rami.
Frutti: acheni bruni con macchie nere recanti un pappo a setola corta.
Principi attivi: olio essenzile, mucillagini, fitosteroli, ac. clorogenico.
Proprietà: diuretica,depurativa, epatocinetica, antiacne, antisettica.
Raccolta: rizoma e radici nell’autunno del primo anno di vegetazione o nella primavera del secondo; vengono poi essiccati al sole e conservati in recipienti di vetro. Le foglie si raccolgono in maggio-luglio (prima della fioritura), si essiccano all’ombra e si conservano in sacchetti di tela o carta.

Uso interno:
Infuso: 1 cucchiaio di erba in 150 g di acqua. Se ne assumono due tazze al giorno.
Tintura vinosa: 4 g di radice in 100 g di vino bianco a macerare per 5 giorni. si assuma a bicchierini.

Uso esterno:
Decotto: 2 cucchiai in 250 g di acqua si bolla per 10 minuti; si usa tiepido per lavaggi.
Succo: da foglie fresche per frizioni giornaliere per capelli grassi.

BIANCOSPINO

Ambiente: boschi della penisola e in Sicila fino a 1600 m.

Pianta: arbusto alto 2-4 m con corteccia giallo-grigiastra chiara e liscia da giovane, bruna e screpolata quando inizia l’ invecchiamento. Può raggiungere anche i 500 anni, ha legno molto duro e spine molto lunghe.
Proprietà: antispasmodico astringente, diuretico, sedativo, ipotensivo, vasodilatatore.
Principi attivi: pigmenti flavonici, derivati terpenici, istamina, tannino, Vitamica C.
Storia: gli uomini prestorici si cibavano dei frutti del biancospino e ne hanno lasciato traccia negli insediamenti lacustri.
Insonnia: Infuso di 1 g di biancospino in 100 g di acqua. Si possono assumere 1-2 tazze al giorno prima di coricarsi.
Diarrea e Ritenzione urinaria: Decotto di 2 g di biancospino in 100 g di acqua. Se ne asuumono due tazze al giorno.
Colluttorio: Decotto di biancospino utilizzato sotto forma di sciacqui o gargarismi.
Tintura Antispasmodica: 10 g biancospino tintura , 10 g passiflora tintura; 30 gg 3 volte al giorno.
Tintura Antispasmodica forte: 15 g biancospino tintura, 10 g passiflora tintura, 10 g valeriana tintura;30 gtt 2 volte al giorno.
Vino sedativo: porre 100 g di vischio e 50 g di biancospino in un litro di vino bianco a macerare per una settimana. Assumere un bicchierino prima dei pasti.

EUFRASIA

fiori sono riuniti in una infliorescenza a racemo e sono inseriti all’ascella di brattee della stessa forma delle foglie. Essi sono bianchi o violetto chiaro con la fauce soffusa di rosa e macchiata di giallo. 

Il frutto é una piccola capsula allungata contenente molti semi.
Cresce nella zona mediterranea e nella zona alpina di tutta Italia.
principi attivi sono tannini e aucuboside
Antiche credenze attribuiscono all’Eufrasia proprietà benefiche atte a rafforzare l’acutezza della vista e a correggere la miopia.
Noi la riteniamo un ottimo decongestionante palpebrale, utile a lenire le congiuntiviti infettive ed attenuare le irritazioni dovute alla troppa esposizione a luce intensa e a lampade.
Ha anche efficacia come decongestionante mediante aerosol per la cura dei raffreddori.
Per uso interno (infuso di 2 g in 100 cc d’acqua) stimola l’appettito ed i processi digestivi.

ERBE E TOSSE

MUCOLITICI:

MARRUBIOMARRUBIO (marrubium vulgare): olii essenziali e sostanze amare diterpeniche tra cui la marrubina.Attività mucolitica, espettorante, broncodilatatrice e sedativa della tosse, infuso decotto estratto fluido.
L’azione mucolitica è paragonabile a quella dell’ eucalipto ma è meno irritante.

 

ENULA (inula helenium): olio essenziale (lattoni sesquiterpenici, azulene) e Terpeni proprietà antiflogistiche a livello della alte vie respiratorie, sedative della tosse ed espettoranti TM (decotto e infuso sono poco gradevoli).
Sono riferiti casi di reazioni allergiche dovute a lattoni sesquiterpenici (fitovigilanza).

EDERA TERRESTRE: polifenoli, flavonoidi, terpeni, olio essenziale, iridoidi e tannini, sostanze ad azione antinfiammatorie, antireattiva e fluidificante le secrezioni dell’apparato respiratorio.
Agisce sulle ghiandole mucipare impedendo la formazione del muco.

VERBASCO: pianta tomentosa biennale originaria dell’Europa centrale, orientale e meridionale dell’Asia minore, del Nord Africa e dell’Etopia.
Droga:Corolle dei fiori contengono iridoidi, saponine, flavonoidi, mucillagini. Azione emolliente, espettorante, antinfiammatoria.
Si utilizza TM che valorizza le saponine e l’infuso (usare carta da filtro e moderare la temperatura).

PIANTAGGINE: Pianta perenne diffusa in tutta Europa e nell’Asia Settentrionale e Centrale.
Si usano parti aeree oppure solo foglie che contengono IRIDOIDI, FLAVONOIDI, MUCILLAGINI e ACIDO SILICICO
azione antistaminica, antibatterica, sedativa, cicatrizzante
Forme d’impiego INFUSO (flavonoidi)
DECOTTO (mucillagi e salice)
TM (antiallergico e mucolitico)

OLI ESSENZIALI EUCALIPTO – PINO – TIMO – NIAOULI – BALSAMO DEL PERU’
Entrano spesso nella composizione di farmaci (gocce balsamiche)
Vengono usate per suffumigi, ma anche aggiunti nei vaporizzatori per ambiente o all’acqua dei radiatori.

NO per os e AEROSOL perché fortemente irritanti (microtraumi e broncospasmo)

EUCALIPTO: si utilizzano le foglie da cui si ottiene un olio ricco di CINEOLO azione balsamica, antisettica, antivirale

OLIO ESSENZIALE di NIAOULI contiene 1,8 cineolo e ∂-terpineolo, pinene e linalolo.

BALSAMO DEL PERU’ si ottiene per incisione della corteccia dei tronchi di Myroxylon balsamum varietà pereira contiene BENZOATO DI BENZILE e CINNAMATO DI BENZILE
Azione fluidificante e antisettica delle vie respiratorie

PINO: fornisce olio essenziale che contiene acetato di bornile, pinene, limonene, canfene e borneolo

MENTA: le foglie contengono flavonoidi e mentolo, mentone e mentile acetato.
Molto usata in gastroenterologia sotto forma di olio essenziale, presenta attività decongestionante e balsamica.

ALTEA :
si usano le foglie che contengono mucillagini.
Viene attribuita azione antisettica anche se non è mai stata dimostrata la sua efficacia nell’uomo in quanto le mucillagini non vengono assorbite e quindi non possono esercitare azione antinfiammatoria a livello sistemico, è invece molto utile l’uso topico.
La mucillagine depositandosi sulla mucosa da una parte ne permette la reidratazione, dall’altra la protegge dagli stimoli irritativi esterni.

DROSERA :
piccola pianta coltivata in Madagascar e Africa orientale a scopo ornamentale.
Le parti aeree contengono NAFTOCHINONI, FLAVONOIDI, VITAMINA C e SALI MINERALI
Azione SPASMOLITICA, MIORILASSANTE SULLA MUSCOLATURA LISCIA DELLE VIE RESPIRATORIE, SEDATIVA E ANTISETTICA.
Utile nell’asma allergico e bronchite asmatica.

GRINDELIA :
contiene POLIFENOLI e OLIOESSENZIALE con azione DISINFETTANTE, MUCOLITICA e SPASMOLITICA.

ADATODA :
le foglie contengono TRITERPENI, OLIO ESSENZIALE e ALCALOIDI (VASICINA e VASICINONE).
ATTIVITA’ BRONCODILATATRICE paragonabile a quella della TEOFILLINA

BROMEXINA:
ha attività mucolitica per depolarizzazione delle mucoproteine, favorisce l’espettorazione e attenua gli stimoli della tosse. Stimola la funzione ciliare dell’epitelio respiratorio e determina aumento delle IGA

FORSKOLIN:
pianta della medicina tradizionale indiana, riduce lo spasmo bronchiale attraverso l’attivazione del CAMP intracellulare.
Può provocare ipotensione.

L’ASARO

Foglie: sempreverdi, reniformi, lucide sopra verde intenso, verde chiaro nella pagina inferiore con picciolo lungo e peloso. 

Fiore: unico, di colore rosso cupo all’interno (bruno-verde all’esterno) con fioitura marzo-luglio.
Droga: Foglie raccolte in estate dal gusto nauseante, odore acre. Rizoma (da utilizzre appena raccolto).
Principi attivi: olio essenziale, canfora d’asaro da usarebcon molta cautela.
Proprità: vomitatorio (in sostituzione dell’ipecacuana); espettorante; sternutatorio.
Raccolta: estate.
Uso interno:
Infuso: 5-6 foglie in acqua bollente, filtrare e dolcificare con miele; 1-2 volte al dì in caso di bronchite.
Polvere di rizoma: un pizzico in acqua calda in caso di asma.
Tintura: 20 g tre volte al giorno come espettorante.
Uso Domestico: tintura per lana color verde mela.

LA DULCAMARA

Foglie: ovate, assottigliate all’apice.
Frutti: piccole bacche ovali color rosso lucente.
Fusto: quasi rampicante.
Proprietà: diuretica, diaforetica, depurativa, antieczematosa, antigottosa, antireumatica.
Principi attivi: picroglicerina, solanina, dilcamarina che che si trovano in maggior quantità nella corteccia.
Raccolta: rami di almeno un anno (corteccia giallo-verdastra, parte centrale bianca) tagliati a pezzetti, seccati al sole.
Droga: rami di almeno un anno, hanno odore nauseante da freschi che scompare con l’essicamento. Il gusto amarissimo all’inizio, diviene a poco a poco sempre più dolce fino a zuccherino.
Uso esterno: foglie umide applicate sulla rontre di chi soffre di emicrania danno un certo solievo del pari che su nodi gottosi o su articolazioni gonfie.
Uso interno:
Infuso: 20 g di ramoscelli (tagliati per il lungo poi spezzettati) in 1 lt di acqua fredda a macerare per 24 ore; separare i ramoscelli dal liquido; scaldare il liquido e riversarlo caldo sui tramoscelli stessi lasciandolo riposare per 20 minuti. Colare e assumere 2-3 tazze al giorno a digiuno come depurativo.
Uso cosmetico:
Succo dei frutti: dall’antichità fino al ’500 era utilizzato per sbiancare le macchie della pella.

BREVE STORIA DELLA TRASFUSIONE DI SANGUE

Questa pratica terapeutica apparentemente semplice celava tuttavia tali insidie e difficoltà, che solo dopo secoli di studi e di tentativi, che hanno richiesto la collaborazione di ricercatori appartenenti ai campi più svariati delle scienze biologiche e fisiche, esse hanno potuto venire superate. La necessità di risolvere i problemi pratici della trasfusione è inoltre servita da stimolo continuo allo studio della composizione del sangue e dei fenomeni immunologici. Oltre a salvare la vita e ad alleviare le sofferenze di molti pazienti, la pratica della trasfusione di sangue ha perciò contribuito notevolmente al progresso delle nostre conoscenze di fisiologia e di patologia umana.

I primi tentativi di somministrare sangue a scopo terapeutico sono stati probabilmente compiuti per via orale, e non sono perciò stati di grande utilità. Le prime vere trasfusioni di sangue per via endovenosa hanno potuto essere compiute solo dopo la scoperta della circolazione del sangue, scoperta annunciata da William Harvey nel 1628. Il primo problema pratico che si è posto è stato allora come trasferire il sangue dal sistema circolatorio del donatore a quello del ricevente. Nella seconda metà del ’600, Richard Lower a Londra e Jean Baptiste Denis, medico di Luigi XIV, a Parigi, hanno risolto questo problema in modo rudimentale, utilizzando penne d’oca o piccoli tubi d’argento di varia foggia; essi sono così riusciti a compiere le prime trasfusioni, in un primo tempo tra animali e poi tra esseri umani. Tra i pionieri della tecnica vi è anche un astigiano, Guglielmo Riva, anch’egli medico alla corte di Luigi XIV.
Naturalmente, data la totale ignoranza delle incompatibilità tra i vari tipi di sangue e degli agenti infettivi che potevano essere trasmessi con la trasfusione, i risultati sono spesso stati disastrosi, al punto che la trasfusione di sangue è caduta in disuso, se non si tiene conto di pochi tentativi isolati, per più di due secoli, ed è perfino stata ripetutamente e severamente proibita da varie autorità civili e religiose.
Un grande passo avanti è stato compiuto solo nel 1900, quando Karl Landsteiner ha scoperto i gruppi sanguigni principali, cosa che ha permesso di scegliere, prima della trasfusione, il tipo di sangue che un determinato paziente può ricevere senza danno. La successiva scoperta di sistemi minori di incompatibilità, e di metodi per determinare rapidamente il gruppo sanguigno, ha definitivamente relegato le reazioni da incompatibilità tra i problemi del passato.
La stessa cosa non si può purtroppo dire dell’altro grande problema posto dalla trasfusione di sangue, cioé della possibilità di iniettare nel paziente, assieme al sangue, germi responsabili di malattie infettive. Anche da questo punto di vista i passi avanti sono stati enormi. Le tecniche dell’asepsi, scoperte già nell’800, permettono infatti di impedire che i germi patogeni presenti nell’ambiente penetrino nel sangue del donatore dal momento del prelievo a quello della trasfusione. L’esecuzione di vari esami sul sangue del donatore permette inoltre di escludere che egli sia portatore di diverse malattie, tra le quali, ad esempio, la sifilide. Resta però ancora impossibile stabilire con assoluta certezza se il sangue del donatore contiene il virus dell’epatite, anche se dei tre principali tipi di virus responsabili di questa malattia, uno è ormai facilmente identifica bile mediante la determinazione del cosiddetto Antigene Australia. È probabile che in un prossimo futuro anche gli altri due tipi di virus possano essere identificati facilmente, e che quest’ultimo importante problema posto dalla trasfusione di sangue venga perciò definitivamente risolto.
Se la trasfusione di sangue è ormai disponibile, almeno nei paesi occidentali, a tutti quelli che ne hanno bisogno, ciò si deve però, oltre che alla generosità dei donatori, alla scoperta di sostanze anticoagulanti ed alle tecniche di perfrigerazione, che permettono di conservare a lungo il sangue, inalterato ed allo stato liquido, in attesa del momento in cui se ne avrà bisogno. Più recentemente sono state addirittura scoperte tecniche che permettono di conservare il sangue pressochè indefinitamente, mediante congelamento. Se queste tecniche non sono ancora molto diffuse, ciò si deve soltanto al loro costo, ancora relativamente elevato.
Vorrei infine osservare che l’impiego terapeutico del sangue è diventato molto più sofisticato di quanto non fosse pochi decenni fa.
È infatti ormai possibile somministrare non solo il sangue intero, ma anche, in forma concentrata, i suoi singoli componenti (piastrine, globuli rossi, globuli bianchi, fattori della coagulazione, globuline capaci di difendere contro varie malattie infettive ecc.), a seconda dei bisogni del paziente. Infine, i moderni progressi terapeutici in vari campi, dalla cardiochirurgia con circolazione artificiale extracorporea alle moderne terapie antitumorali, non sarebbero stati possibili se non vi fosse stata ampia disponibilità di sangue fresco o ben conservato.
Se si pensa agli enormi progressi compiuti sembra quasi impossibile che la scoperta dei gruppi sanguigni risalga soltanto all’inizio del secolo e che le prime banche del sangue siano state fondate solo negli anni Trenta; non si può non sperare che altri progressi vengano compiuti nel prossimo futuro, in modo che la trasfusione di sangue diventi sempre più utile e sicura.
Prof. Ambrogio Chiesa
Primario dellà Divisione
di Medicina Generale dell’Ospedale Civile di Asti
Gentilmente concesso da AVIS