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Le cure naturali per gli studenti

Studiare, ovvero applicarsi metodicamente su qualcosa, è un’azione che può essere suddivisa in diverse fasi, tra le quali le più importanti sono la conoscenza, la comprensione e la memorizzazione.

Applicarsi sul piano mentale e intellettuale richiede uno sforzo e un notevole impegno psico-fisico; a prescindere dal tipo di studi e dalle modalità individuali, c’è un particolare periodo in cui l’impegno diventa più intenso e approfondito: quello delle prove e degli esami.

Durante queste fasi, anche chi non è predisposto va incontro ad affaticamento e ad un calo della concentrazione a causa dello stress. Lo stress è un fenomeno che rappresenta una serie di eventi psicologici e fisici che causano nell’organismo una reazione di adattamento mirato a preservare il l’equilibrio interno.

I sintomi da sovraccarico da stress (in questo caso dello studente) si manifestano a diversi livelli: neurologico, con ansia, agitazione, crisi di panico; polmonare, con asma, iperventilazione; cardiaco, con tachicardia, irregolarità del battito, ipertensione; gastrointestinale, con nausee, digestione lenta e difficile, crampi, bruciori di stomaco.

L’applicazione mentale nei periodi di studio intenso è un fattore che determina un elevato consumo di energie. Ma l’esaurimento mentale e fisico è legato per lo più al continuo stato di allerta in cui si trova chi studia per obiettivi specifici, come ad esempio per una prova d’esame.

Lo studente che ha l’ansia per l’esame fa dei pensieri catastrofici riguardo all’evento che è in procinto di affrontare; la prova rappresenta una prestazione e il sentimento di apprensione deriva dal timore di essere esposti al giudizio altrui. Proprio da questo pensiero ha origine una tensione irrazionale, che induce lo studente ansioso ad attribuire all’esame un’eccessiva importanza. In tal senso, il voto rappresenta una conferma delle capacità e delle risorse personali e il canale attraverso il quale passa l’approvazione degli altri. Il soggetto non riesce a pensare all’esame associandolo alla sola valutazione scolastica: per questo vive male un possibile esito negativo, che viene confuso con una valutazione sul proprio grado d’intelligenza e sulle capacità individuali.

Questo dialogo interiore che gravita intorno all’ossessione sul risultato, genera un carico difficile da gestire; tutte le energie e le forze destinate alla preparazione, alla concentrazione e alla memorizzazione, vengono sottratte dalla tensione emotiva e dal forte e costante stato di ansia.

OMEOPATIA

Gelsemium  sempervirens 30 CH

Rimedio d’elezione per le paure e le fobie bloccanti che precedono eventi, prove ed esami. Lo studente è timido, insicuro, stanco, angosciato fino alla paralisi e si chiude nel silenzio. Resta in un angolo in attesa della prova ed è infastidito dalle domande. Prima di un esame ha crisi di panico con diarrea emotiva. Il rimedio agisce anche sui sintomi che accompagnano il panico quali tremori, palpitazioni, turbe della memoria, poliuria emotiva, insonnia nei giorni che precedono la prova.
Uso: 3 granuli sublinguali 3-4 volte al dì.

Argentum nitricum30 CH

Ha un’azione simile a Gelsemium e si usa per l’ansia anticipatoria, molto frequente tra gli studenti. Il rimedio è indicato per i soggetti ansiosi, emotivi e ipocondriaci che hanno un’agitazione febbrile. Argentum continua a ripassare prima della prova e teme talmente tanto il momento dell’esame che vorrebbe evitarlo. Tuttavia, a differenza di Gelsemium è meno inibito. La fretta e l’ansia lo rendono inconcludente e la tensione emotiva si accompagna a diarrea, vertigini e gastrite nervosa con eruttazioni.
Uso: 3 granuli sublinguali 3-4 volte al dì.

Aconitum napellus9 CH

Il rimedio agisce sulle crisi di panico improvvise e acute con palpitazioni, tachicardia e affanno e angoscia. Lo studente è fortemente ansioso e fobico.
Uso: 3 granuli sublinguali 3-4 volte al dì.

Ignatia amara 9 CH

Il rimedio si utilizzase l’ansia deriva da una frustrazione e si esprime con uno stato d’animo più definito come irritabilità, angoscia e sensazione di nodo alla gola (bolo isterico che si manifesta nella tarda mattinata). Ignatia ha un’azione sia antidepressiva che calmante. Lo studente si sente agitato, sospira, ha sbalzi d’umore e la notte non dorme per le palpitazioni.
Uso: 3 granuli sublinguali 3-4 volte al dì.

Phosphorus 30 CH

Il rimedio è indicato per gli studenti che accusano una tipica ansia che si accentua nelle ore serali accompagnata da alternanza tra eccitazione intellettuale e depressione con angoscia. Il soggetto è molto vulnerabile e quando si stanca mentalmente e fisicamente si scoraggia fino a perdere la concentrazione, diventando incostante nello sforzo intellettuale. Nei periodi di intenso studio tende a caricare molto stress e ad affaticarsi facilmente. La conseguenza è una forte astenia, soprattutto a ridosso dell’esame.
Uso: 3 granuli sublinguali 3-4 volte al dì.

Phosphoricum acidum 15-30 CH

Si utilizza quando lo studente è fortemente esaurito dall’eccessivo affaticamento intellettuale; è debole, indifferente, taciturno, ha un indebolimento della memoria.
Uso: 3 granuli sublinguali 3-4 volte al dì.

China rubra 7-9 CH

Rimedio utilizzato frequentemente nella cura dell’astenia che compare nei periodi di intenso studio (soprattutto durante l’estate), quando il soggetto è sovraeccitato a livello mentale e dorme poco la notte. I sintomi di China hanno un andamento ciclico. L’insonnia è una causa importante dell’astenia degli studenti che tendono a passare notti in bianco o a sostenere frequenti veglie notturne. Il sintomo è aggravato dal consumo di sostanze eccitanti (tè e caffè) volte a combattere la stanchezza e ad aumentare la concentrazione. La scarsa qualità del sonno determina irritabilità, calo dell’attenzione, lentezza, difficoltà nell’apprendimento e nella memorizzazione.
Uso: 3 granuli sublinguali 3-4 volte al dì.

Nux vomica 15-30 CH

Rimedio utile quando lo studente nei periodi di impegno intenso ha un’alimentazione sregolata; spesso mangia davanti al pc o sui libri e abusa di sostanze eccitanti e stimolanti per sostenere la fatica. Nux vomica agisce come un antistress e cura sintomi quali le nausee, la diarrea alternata a stipsi ostinata, sonnolenza dopo i pasti e malessere gastrico con sensazione di “pietra sullo stomaco”.
Uso:
3 granuli sublinguali 3-4 volte al dì.

Baryta carbonica 15-30 CH

Rimedio indicato sia nel bambino che nell’adulto. Nel primo caso lo sviluppo intellettivo è tardivo: il bambino ha scarsa memoria, torpore mentale che blocca la concentrazione e difficoltà di apprendimento. Spesso i progressi scolastici si fermano per scarsa applicazione o per problemi legati alla dislessia. Nell’adulto il rimedio si utilizza efficacemente per difficoltà di concentrazione, perdita di memoria, confusione mentale e deficit intellettivo. Il soggetto Baryta carbonica è molto infantile e timido, ha scarsa fiducia in se stesso e difficoltà a relazionarsi con gli altri in modo sereno.

Nota: Tutti i rimedi elencati vanno presi in maniera preventiva prima della prova per almeno due volte al giorno e il giorno stesso dell’esame, al bisogno e con maggiore frequenza.

SALI DI SCHÜSSLER

Kalium phosphoricum D6 (fosfato di potassio)

Il rimedio agisce principalmente sul sistema nervoso e la mente. Si utilizza negli esaurimenti mentali e fisici causati dall’eccessivo sforzo mentale che determina una riduzione delle capacità di concentrazione e memorizzazione. L’affaticamento è accompagnato da cefalea, vertigini, spossatezza, angoscia e abbattimento. E’ presente anche insonnia da iperattività mentale con sonnolenza diurna. Uso: 1 o 2 compresse sublinguali, 2 o 3 volte al dì.Nei bambini fino a 10 anni utilizzare metà dose.


FITOTERAPIA

Eleuterococco (Eleutherococcus senticosus Maxim) TM

Noto anche come ginseng siberiano, viene spesso erroneamente confuso con il Panax Ginseng. Pianta adattogena, antistress e immunostimolante, è molto utilizzata come tonico psico-fisico in caso di astenia e stanchezza, ridotto rendimento, difficoltà di concentrazione e convalescenze

La sua azione ottimale si esplica a livello dell’asse ipotalamo-ipofisi-ghiandole surrenali che si traduce in un aumento della resistenza dell’organismo agli stimoli stressanti; inoltre favorisce la memoria e le funzioni cognitive.
Uso: 20-30 gocce di TM 1-2 volte al dì in poca acqua, al risveglio.
Controindicazioni: per la sua azione cardiotonica è controindicato in caso di ipertensione, tachicardia, aritmia. Non somministrare in caso di diabete e febbre.
Effetti collaterali: l’utilizzo della pianta ad alti dosaggi e per periodi prolungati provoca insonnia, tremore alle mani, irritabilità ipereccitabilità e cefalea.
Raccomandazioni: l’Eleuterococco interagisce con i contraccettivi orali, con gli steroidi, con gli anticoagulanti, gli antibiotici e i sedativi. Non somministrare nelle ore serali, ai bambini, in gravidanza e in allattamento. Assumere solo dietro consiglio medico.

Rodiola (Rhodiola rosea L.)

Questa pianta, il cui nome deriva dai fiori gialli che emettono un odore simile a quello della rosa, è un concentrato di virtù: adattogena, energizzante e rinvigorente, antidepressiva e antistress; stimola le performance fisica e mentale, modula l’umore e aiuta la ripresa in caso di spossatezza legata a periodi di vita intensi e faticosi. Grazie alla sua capacità di innalzare i livelli di serotonina nel sangue, è particolarmente efficace per contrastare gli effetti nocivi del cortisolo, prodotto dai surreni in caso di stati di stress. Ottima pianta per gli studenti perché ha un’azione tonica e stimolante delle funzioni mentali, della concentrazione, della lucidità e della memoria, grazie alla capacità di indurre un aumento dei livelli di due importanti neurotrasmettitori: dopamina e noradrenalina.

Uso: da 180 a 300 mg pro dose di estratto secco, 1-2 volte al giorno,da assumere sotto forma di compresse o capsule, suddivisa in due dosi, una al mattino al risveglio e l’altra nel primo pomeriggio. Evitare la somministrazione nelle ore serali.
Controindicazioni:
non somministrare in gravidanza, allattamento e ai bambini.
Interazioni:
non assumere la Rodiola in associazione con antidepressivi, ansiolitici e barbiturici.
Effetti collaterali: la somministrazione di alte dosi per periodi prolungati può provocare irritabilità e insonnia.Assumere solo dietro consiglio medico.

Guarana’ (Paullinia cupana H.B. Kunth)

Il Guaranà, pianta originaria dell’Amazzonia, è utilizzata per le sue proprietà stimolanti e toniche del sistema nervoso centrale. I principi attivi che caratterizzano questa pianta sono le metil-xantine, ovvero la caffeina e la teofillina, le stesse contenute nel tè e nel caffè. E’ un rimedio molto indicato per gli studenti, soprattutto prima degli esami, poiché stimola le funzioni celebrali, l’attività intellettuale e combatte stanchezza e debolezza. E’ impiegata efficacemente anche in caso di emicranie da sforzo intellettivo e nelle nevralgie. Uso: 400 mg pro dose di estratto secco, 1-2 volte al giorno.
Tintura madre: 20-40 gocce in poca acqua, 1-2 volte al giorno. La posologia consigliata non deve superare i 9 mg di caffeina al giorno, per non più di 45 giorni consecutivi di trattamento.
Controindicazioni: non somministrare in gravidanza e allattamento, nei bambini e nei soggetti con ipertensione arteriosa, stati ansiosi, cardiopatie, ipertiroidismo, ulcera peptica, ernia iatale.
Effetti collaterali: la somministrazione di alte dosi può provocare ipereccitazione, palpitazioni, nausea, diarrea, ansia e nervosismo. Raccomandazioni: non assumere Guaranà dopo o durante i pasti, nelle ore serali e in concomitanza con caffè e tè. Assumere in associazione con altri farmaci solo dietro consiglio medico.

Ginko Biloba (Ginko biloba L.)

E’ una delle più antiche piante conosciute e il suo nome, biloba, deriva dalla conformazione delle foglie divise in due lobi (bilobate). Il Ginko ha un’azione specifica sui vasi della circolazione venosa e arteriosa e sul microcircolo celebrale, vestibolare e distale; aumenta la vascolarizzazione dei tessuti e attiva il metabolismo energetico. Viene utilizzata per gli studenti e per l’applicazione mentale per la sua capacità di migliorare l’attività dei trasmettitori chimici del cervello, potenziando l’apprendimento, la memoria, l’acutezza mentale e l’abilità cognitiva.
Uso: 20-30 gocce di TM in poca acqua 1-2 volte al giorno, lontano dai pasti. Estratto secco: da 20 a 30 mg pro dose, 2 volte al giorno. Controindicazioni: non somministrare in gravidanza, allattamento e durante le mestruazioni.
Effetti collaterali: l’assunzione può provocare irritabilità, insonnia, diarrea cefalea, allergie, disturbi gastrointestinali.
Interazioni: il Ginko interagisce con anticoagulanti, antiaggreganti, contraccettivi orali, steroidi, sedativi ansiolitici, IMAO (antidepressivi). Non utilizzare in associazione con aglio, salice e vitamina E.
Raccomandazioni: è sconsigliata l’assunzione nel tardo pomeriggio o di sera poiché il Ginko può provocare insonnia ed aumentare l’eccitabilità nervosa e mentale. Assumere solo dietro consiglio medico.

Per l’ansia e tensione emotiva che interferiscono su concentrazione, assimilazione e memorizzazione:

MELISSA (Melissa officinalis L.) TM

Grazie alla sua azione tranquillante e antispasmodica, interviene in caso di ansia e preoccupazione per lo studio accompagnata da disturbi del sonno, palpitazioni, cefalea e somatizzazioni dello stress a livello dell’apparato gastrointestinale (dispepsia, gastralgie, colon irritabile). La Melissa dona benessere e tranquillità rilassando il Sistema Nervoso Centrale.
Uso: 20-30 gocce di TM in poca acqua 1-2 volte al giorno.
Controindicazioni: non somministrare in presenza di ipotiroidismo, terapia con ormoni tiroidei e nei soggetti affetti da glaucoma. Assumere in gravidanza, allattamento e in associazione con altri farmaci solo dietro consiglio medico.

Per l’insonnia legata all’agitazione per gli esami e le prove:

PASSIFLORA (Passiflora Incarnata L.) TM

Il rimedio è utile per gli stati d’ansia, per le palpitazioni, il nervosismo e lo stress che accompagnano lo studio e precedono gli esami. Negli studenti è indicata soprattutto per i disturbi del sonno legati alla tensione nervosa poiché la Passiflora, grazie alla sua azione sedativa e lievemente ansiolitica, non crea sonnolenza al risveglio e non procura dipendenza o assuefazione.
Uso: 20-30 gocce di TM in poca acqua prima di dormire.
Controindicazioni: non assumere in gravidanza e allattamento, in associazione con ansiolitici ed antidepressivi, psicofarmaci in generale, sonniferi e alcol.
Effetti collaterali: nausea, vomito, vertigini; in caso di sovraddosaggio si può verificare un effetto paradosso. Non somministrare nei soggetti ipersensibili o allergici. Assumere solo dietro consiglio medico.

GEMMOTERAPIA

Betulla (Betula verrucosa semi) MG 1 DH

Il macerato glicerico ricavato dai semi della Betula verrucosa ha un’azione tonica e stimolante a livello delle funzioni intellettive. Si utilizza efficacemente per le turbe della memoria, per l’astenia mentale, sia nell’anziano che nel giovane, e nelle difficoltà di concentrazione. E’ consigliata agli studenti nei periodi che precedono gli esami.
Uso: 30-40 gocce di MG in poca acqua al risveglio. Iniziare circa 30 giorni prima di prove o esami.
Controindicazioni: non somministrare in gravidanza, allattamento, nei soggetti con edemi, ridotta funzionalità cardiaca e renale e in presenza di allergia ai salicilati (ad es. Aspirina).
Interazioni: il rimedio interferisce con l’assunzione di FANS, diuretici, ipotensivi, anticoagulanti, antiaggreganti piastrinici, barbiturici e altre sostanze psicoattive, sedativi, ansiolitici e antidepressivi.
Effetti collaterali: può provocare fenomeni allergici. Assumere solo dietro consiglio medico.

OLIGOTERAPIA

Manganese- Cobalto (Mn-Co)

I due oligoterapici agiscono in sinergia per trattare tutti i sintomi causati da distonie neurovegetative. Sono molto indicati per il soggetto ansioso, emotivo, astenico che soffre di cali di memoria e scarsa concentrazione a causa di ansia e stress. Il sonno è poco ristoratore, spesso con risvegli notturni. I sintomi sono quelli tipici della diatesi distonica: infiammazioni, disturbi cardiocircolatori, pesantezza agli arti inferiori, colite, ulcera gastro-duodenale, eczemi, herpes.
Uso: 1 fiala sublinguale a giorni alterni.

Dott.ssa Marta Chiappetta
Operatrice olistica
Web content
poesisnet@gmail.com

Dott. Rocco Carbone
Farmacista e Naturopata
www.naturafelicitas.it

 

 

La calendula

CALENDULA (Calendula Officinalis), famiglia delle Asteraceae.

Pianta biennale che cresce spontaneamente soprattutto lungo i cigli delle strade assolate o nei campi aperti fino a 600 m. di altitudine
È più diffusa nell’ Italia meridionale.

Ci sono due diverse ipotesi di origine del nome “calendula”
Una la fa derivare dal Latino  “calendae”, cioè “primo giorno del mese”, a indicare che fiorisce il primo giorno di ogni mese per tutto l’anno.
L’altra ipotesi è che derivi da “calendario”, poiché segna il ritmo del giorno aprendosi al mattino e chiudendosi al tramonto.

Fiore: è una infiorescenza a capolino cioè composta da un insieme di piccoli fiori compatti tra loro.  compaiono a maggio e novembre con colore variabile dal giallo all’arancione
Sono commestibili, con gusto amarognolo e leggermente salato; i petali si possono mangiare in insalata o canditi, i boccioli si usano come sottaceti

Foglie: lanceolate a margine intero o leggermente dentato, prive di picciolo, leggermente acuminate all’apice e di un bel colore verde chiaro.

Frutti: acheni di forme diverse: quelli posti più esternamente sono arcuati e con il dorso dentato, quelli medi hanno ali laterali e con una forma che ricorda una barca, quelli più interni ricordano dei lombrichi in quanto stretti e lunghi.

Fusto: ramificato e ricoperto da peluria

Radice: a fittone

Semi: numerosissimi e piccolissimi, germinano dopo due mesi dalla semina

Droga: le parti utilizzate in medicina sono i fiori e talvolta le foglie

Principi attivi:  oli essenziali con potente azione antinfiammatoria,  resine, acidi grassi, acido salicilico, saponina, carotenoidi, , triterpeni pentaciclici, flavonoidi, polisaccardi, fitosteroli e mucillagini.

Indicazioni terapeutiche:

- antinfiammatorie del decotto (mal di gola, gengiviti, punture di insetti, prurito, tosse ecc)
- anticoagulanti
- cicatrizzanti dell’ olio ( per ripulire piccole ferite o punti colpiti da herpes zoster)
- emollienti  dei prodotti cosmetici  (pelle secca, eritema, verruche)
- regolatorie di tintura madre e macerato glicerico,  nelle  mestruazioni disfunzioni dell’apparato genitale femminile, (aumenta le mestruazioni scarse e diminuisce quelle abbondanti).
- anti zanzare: infatti le zanzare non ne sopportano l’odore.

Nomofobia, dipendenza da smartphone

La dipendenza da smartphone è una malattia, si chiama nomofobia.
Si tratta del timore ossessivo di non essere raggiungibili al telefono cellulare. È molto simile a tutte le dipendenze, in quanto causa interferenze nella produzione della dopamina, che regola il circuito celebrale della ricompensa. Secondo gli esperti la maggior parte delle persone colpite sarebbero giovani adulti con bassa autostima e problemi nelle relazioni sociali.

Ansiosi per la batteria del cellulare scarica, nervosi per l’esaurimento del credito telefonico o agitati per la mancanza della rete. L’ossessione per lo smartphone, definita dagli esperti “Nomofobia”, oggi colpisce milioni di persone in tutto il mondo compresi molti italiani, notoriamente sempre attaccati al telefono. Secondo i dati diramati dell’Università di Granada, la fascia di età più colpita sarebbe quella tra i 18 e i 25 anni, giovani adulti con bassa autostima e problemi nelle relazioni sociali, che sentirebbero il bisogno di essere costantemente connessi e in contatto con gli altri attraverso il telefono cellulare. Nonostante i sintomi siano molto simili a quelli dell’ansia, uno studio condotto da ricercatori dell’Università Federale di Rio de Janeiro sembra indicare che la Nomofobia sia da considerare una dipendenza patologica piuttosto che un disturbo d’ansia. E nonostante ci siano all’attivo ancora un numero ridotto di ricerche sul tema, già nel 2014 gli italiani Nicola Luigi Bragazzi e Giovanni Del Puente, studiosi dell’Università di Genova, avevano proposto di inserire la Nomofobia nel Manuale diagnostico e statistico dei disturbi mentali.

Come si cura questa patologia
Secondo gli esperti lo psicodramma è la terapia ideale per guarire da questa sindrome. Un approccio ‘creativo’ che si manifesta con la messa in scena di una situazione attraverso verbalizzazione ed azione. Una terapia di gruppo che, attraverso il Teatro della Spontaneità – lo psicodramma ideato da Moreno –realizza un lavoro di gruppo che sfrutta la messa in scena del proprio vissuto per una rielaborazione. Libera emozioni che sono legate al vissuto quindi aiuta la presa di coscienza di contenuti latenti.
È quanto è emerso da uno studio della Scuola di Psicoterapia Erich Fromm, realizzata in occasione del XVIII Congresso Mondiale di Psichiatria Dinamica, attraverso il monitoraggio e l’analisi di oltre 100 testate internazionali di settore e su un panel di 150 esperti di psichiatria dinamica.

“L’abuso dei social network può portare all’isolamento come conseguenza della Nomofobia – afferma il dott. Ezio Benelli, presidente del Congresso Mondiale di Psichiatria Dinamica e dell’International Foundation Erich Fromm -, ovvero la paura di perdere il collegamento dalla rete. L’utilizzo smodato e improprio del cellulare come di internet può provocare non solo enormi divari fra le persone, ma anche portarle a chiudersi in se stesse, sviluppare insicurezze relazionali o alimentare paura del rifiuto, a sentirsi inadeguate e bisognose di un supporto anche se esterno e fine a se stesso. Ma lo smartphone, se usato in modo appropriato e intelligente, può assolvere a tre importanti funzioni psicologiche:
regola la distanza nella comunicazione e nelle relazioni,
gestisce la solitudine e l’isolamento assumendo quasi il ruolo di antidepressivo multimediale,
permette di vivere e dominare la realtà, regalando l’idea di poter essere presenti e capaci di fermare lo scorrere del tempo con uno o più scatti”.

La Nomofobia
Fa parte di una serie di dipendenze che si riferiscono a una vasta gamma di comportamenti disfunzionali e anomali quali il gioco d’azzardo patologico, la dipendenza da TV, da internet, lo shopping compulsivo, le dipendenze dalle relazioni affettive, le dipendenze dal lavoro e alcune devianze del comportamento. Per questo si può parlare di Nomofobia quando una persona prova una paura sproporzionata di rimanere fuori dal contatto di rete mobile, al punto da sperimentare effetti fisici collaterali simili all’attacco di panico come mancanza di respiro, vertigini, tremori, sudorazione, battito cardiaco accelerato, dolore toracico, nausea.
Una problematica analizzata in passato anche dall’ente di ricerca britannico YouGov, dove emerge che più di sei ragazzi su dieci tra i 18 e i 29 anni vanno a letto in compagnia del telefono e oltre la metà degli utenti di telefonia mobile (53%), tendono a manifestare stati d’ansia quando rimangono a corto di batteria, di credito o senza copertura di rete oppure senza il cellulare. La ricerca evidenzia inoltre che gli uomini tendono ad essere più ansiosi e che circa il 58% di loro e il 48% delle donne soffrono di questa nuova sindrome. Andando Oltreoceano, uno studio americano effettuato da Morningside Recovery, centro di riabilitazione mentale di Newport Beach, ha dimostrato che milioni di americani, circa i 2/3 della popolazione, sono affetti da Nomofobia e che molti di loro raggiungono stati elevati di agitazione incontrollata se vengono a conoscenza di non possedere il proprio cellulare.
“Questo fenomeno è in forte crescita – afferma il dott. Giuseppe Rombolà Corsini, psicologo e psicoterapeuta e Vice Direttore della Scuola di Psicoterapia Erich Fromm -. Questo tipo di tecnologie come lo smartphone sono psicoaffettive: alterano l’umore e scatenano sensazioni. Il fatto di poter ricevere un messaggio o una mail piacevole, ma non sapere quando la riceveremo, ci spinge a tenere in mano il cellulare continuamente. Quindi c’è un discorso di attesa, stimolo e gratificazione. Il cellulare non ha solo un utilità pratica, ma anche delle valenze affettive. Il problema è che queste persone non si rendono conto che il cellulare può essere uno strumento consolatorio e illusorio. Infatti ci allontana dall’impatto diretto con le emozioni.

Un intervento utile
Utile per le persone che soffrono di questa sindrome può essere proprio la psicoterapia. Del resto, attraverso una tecnica specifica come lo psicodramma, terapia di gruppo che spinge il soggetto a compiere un’azione che in qualche modo possa richiamare la sua storia personale, si può portare alla luce il proprio inconscio. È un lavoro emozionale, un teatro della spontaneità attraverso cui i partecipanti possono interagire tra loro, scambiarsi sguardi e parlarsi. Una condivisione di emozioni con cui riprendere contatto con il presente e prendere coscienza di quanto è stato rimosso. Come ci dice Moreno, con il teatro dell’improvvisazione si favorisce il recupero critico. Quindi lo psicodramma è un lavoro di gruppo dove il vissuto è agito, non solo parlato. Ed è quindi una prassi trasformativa dal momento che non c’è solo il racconto, ma anche la messa in scena, attraverso cui condividere emozioni e far emergere vissuti inconsci che determinano i sintomi patologici..

Quali sono i campanelli d’allarme
Come riuscire a capire che si sta cadendo in questa sindrome? Usare regolarmente il telefono cellulare, trascorrere molto tempo su di esso, avere uno o più dispositivi, portare sempre un carica batterie con sé per evitare che il cellulare si scarichi, sentirsi nervosi al pensiero di perdere il proprio portatile, guardare lo schermo del telefono per vedere se sono stati ricevuti messaggi o chiamate. In quest’ultimo caso si parla di un particolare disturbo che definito “ringxiety”, mettendo insieme le parole inglesi squillo e ansia.

La Settimana Mondiale della Tiroide

La Settimana Mondiale della Tiroide. Perché questa celebrazione?
Ce ne parla il Professor Luigi Bartalena, Ordinario di Endocrinologia e Direttore della Scuola di Specializzazione in Endocrinologia e Malattie del Metabolismo dell’Università degli Studi dell’Insubria, Direttore della S.C. Endocrinologia dell’ASST dei Sette Laghi, Ospedale di Circolo di Varese, e attuale Presidente della Associazione Italiana della Tiroide.

La tiroide è una piccola ghiandola a forma di farfalla, del peso di circa 15 grammi, situata centralmente alla base del collo, davanti alla trachea. Essa produce due ormoni, la tiroxina (T4) e la triiodotironina (T3), che svolgono funzioni di fondamentale importanza per l’economia dell’intero organismo. Gli ormoni tiroidei sono, infatti, importanti per l’accrescimento staturale, per lo sviluppo del sistema nervoso centrale, per la riproduzione (una ridotta funzionalità della tiroide può comportare una ridotta fertilità), per l’attività cardiaca e dell’apparato gastrointestinale, per la psiche, per l’apparato osseo, per la pelle. Una ridotta funzione tiroidea (ipotiroidismo) o un’aumentata funzione tiroidea (ipertiroidismo) possono, pertanto, avere profonde ripercussioni sul tutto il nostro corpo. Una normale funzione tiroidea è, dunque, di fondamentale importanza per il benessere del nostro corpo. Molte volte disturbi vaghi e non specifici, come stanchezza, difficoltà di concentrazione, ansia, irritabilità, cambiamenti del peso, delle abitudini intestinali o del ciclo mestruale, possono essere sottesi da alterazioni, anche non marcate o conclamate, della funzione tiroidea.

Quando la tiroide lavora troppo
Le malattie della tiroide rappresentano, nel loro complesso, la patologia endocrina più diffusa. La forma più frequente di ipertiroidismo, il Morbo di Basedow (spesso associata alla caratteristica sporgenza degli occhi o esoftalmo), colpisce il 2% delle donne e lo 0.3% degli uomini, per un totale di circa 700.00 persone nel nostro Paese. Al morbo di Basedow si devono aggiungere forme meno frequenti di ipertiroidismo, come quelle dovute a gozzi uninodulari o multinodulari iperfunzionanti.

Quando la tiroide lavora poco
Ancora più comune è l’ipotiroidismo, la cui causa di gran lunga più frequente è la tiroidite cronica autoimmune o Tiroidite di Hashimoto. Questa malattia può decorrere in maniera del tutto asintomatica o evolvere, come succede nella maggior parte dei casi, verso l’ipotiroidismo, che richiede un trattamento sostitutivo con ormoni tiroidei per tutta la vita. La Tiroidite di Hashimoto, così come il morbo di Basedow, è di gran lunga più frequente nelle donne e può svilupparsi a qualunque età. Si può calcolare che oltre 4 milioni di persone siano affette da questa patologia e oltre un milione siano in una condizione di ipotiroidismo. Sia il Morbo di Basedow che la Tiroidite di Hashimoto sono malattie autoimmuni, con una base genetica/familiare che rende opportuno un inquadramento anche dei parenti dei pazienti affetti. Le disfunzioni tiroidee (ipotiroidismo ed ipertiroidismo) devono essere prontamente corrette per ristabilire la normale omeostasi dell’organismo e quella condizione di benessere che il distiroidismo altera.

Patologia Nodulare Tiroidea
Un problema ancora più diffuso è costituito dalla patologia nodulare tiroidea. Con l’avvento e l’uso sempre più diffuso dell’ecografia, piccoli noduli, spesso non palpabili, in una percentuale variabile, a seconda delle casistiche, tra il 30 e il 50%. Si può, dunque, affermare che noduli tiroidei, se ricercati attivamente, si ritrovano in diversi milioni di persone nel nostro paese. La larghissima maggioranza di questi noduli è di natura benigna, come si può confermare mediante una agoaspirazione eco-guidata del nodulo. Tuttavia, circa il 5% dei noduli risulta essere di natura maligna (carcinoma) e deve essere asportato chirurgicamente insieme all’intera tiroide. Qualche volta, dopo l’intervento chirurgico, si rende necessario completare l’opera del chirurgo somministrando iodio radioattivo. La prognosi è ottima nella quasi totalità dei casi.
Riassumendo, si può affermare che le malattie della tiroide costituiscono la patologia endocrina più diffusa. Le alterazioni della funzione tiroidea influenzano tutto l’organismo e la loro correzione contribuisce al ripristino di uno stato di benessere dell’individuo. La frequente familiarità delle malattie tiroidee (autoimmuni) suggerisce che, in molti casi, sia opportuno estendere le indagini ai familiari dei pazienti affetti.

La Settimana Mondiale della Tiroide che si è appena conclusa ha il significato e l’obiettivo di sensibilizzare, non solo in Italia, ma in tutto il mondo, la popolazione su queste problematiche, anche attraverso incontri con la popolazione, articoli divulgativi, una conferenza stampa dei Presidenti delle principali Società Scientifiche. Non solo questo. In un paese in cui la patologia nodulare è così diffusa, è di estrema importanza che venga promossa fortemente la regolare utilizzazione del sale iodato (cioè, addizionato con una piccola quantità di iodio), perché il nostro paese è tradizionalmente carente di iodio. La carenza iodica è uno dei fattori patogenetici più importanti per la formazione del gozzo e la comparsa dei noduli. Quindi, poco sale, per evitare l’ipertensione ed altri problemi cardiovascolari, ma iodato, per fornire alla tiroide la giusta quantità di “carburante” per un’adeguata produzione ormonale da parte della tiroide.

Iscrizione a scuola e vaccinazioni

Il 1° settembre, il Ministero della Salute e il Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca hanno diramato una circolare congiunta con indicazioni operative, relative all’anno scolastico 2017-2018 per l’attuazione della legge in materia di prevenzione vaccinale.

Riassumiamone qui i punti fondamentali:

Vaccinazioni obbligatorie e gratuite per i minori da 0 a 16 anni:
difterite, tetano, poliomelite, epatite B, pertosse, emofilo di tipo B, morbillo, rosolia, parotite e varicella (obbligatoria solo per i nati dal primo gennaio 2017).

Iscrizione a scuola, scadenze e sanzioni:
a) Asilo nido e scuola materna: la documentazione di avvenuta vaccinazione va presentata entro l’11 settembre 2017* e costituisce requisito di accesso alla scuola.
È possibile sostituire la documentazione con un’autocertificazione che attesti la richiesta di vaccinazione: in tal caso, la documentazione va presentata entro il 10 marzo 2018.
Per le infrazioni, scatta la sanzione pecuniaria (da 100 a 500 euro) e la segnalazione all’Asl.

b) Scuola elementare, media e superiore: la documentazione va presentata entro il 31 ottobre 2017 e non costituisce requisito di accesso alla scuola. Tuttavia, la vaccinazione rimane obbligatoria e per le infrazioni scatta comunque la sanzione pecuniaria (da 100 a 500 euro) e la segnalazione all’Asl.
In caso di autocertificazione, la scadenza è il 10 marzo 2018.

Soggetti esonerati dalla vaccinazione:
a) i minori soggetti a immunizzazione a seguito di malattia naturale, pur che sia comprovata dal medico curante.

b) i minori che incorrono in specifiche condizioni cliniche – documentate e attestate dal medico curante – che richiedano l’omissione o il differimento delle vaccinazioni.

Per informazioni più dettagliate, vi invitiamo a contattare la vostra Asl di appartenenza.

*Atteso che il termine indicato dal decreto-legge (10 settembre 2017) è un giorno festivo.

10 regole per evitare il soffocamento nei bambini

Il soffocamento da corpo estraneo può avvenire a qualsiasi età, ma è più frequente al di sotto dei quattro anni.
Il “corpo estraneo” potenzialmente pericoloso per la fascia d’età pediatrica è riconducibile principalmente agli alimenti (vanno sempre tagliati adeguatamente) e a giochi e ad oggetti di piccole dimensioni, soprattutto nelle famiglie con figli di diverse età -
a causa della possibilità dei bimbi di accedere a giocattoli non consoni alla propria età.

Il Dottor Alberto Ferrando ci presenta 10 semplici regole da seguire per prevenire ed evitare il soffocamento da corpo estraneo nei più piccoli:

1) Non dare ai bambini cibi solidi prima che siano in grado di masticarli e deglutirli.

2) Non lasciare alla loro portata oggetti piccoli che potrebbero incuriosirli in quanto, per conoscerli, se li infilerebbero in bocca: bottoni, perline, spille, monete, giocattoli ed oggetti grandi che possono essere smontati in piccole parti.

3) Acquistare giocattoli a norma, adatti per l’età dei figli, facendo attenzione che non si possano rompere o smontare in parti troppo piccole: le dimensioni dell’oggetto devono essere superiori a 4,5 cm.

4) Se avviene un soffocamento, distinguere:
a) se il bambino piange, parla, tossisce: l’ostruzione è parziale e non si deve fare nulla. Si cerca di tranquillizzare il bambino e si chiama il 118.
b) se il bambino non piange, non tossisce e non respira, l’ostruzione è totale: in tal caso si debbono fare le manovre antisoffocamento.

5) Non mettere le mani in gola al bambino allo scopo di farlo vomitare o di cercare di estrarre l’oggetto in quanto così facendo si rischia di spingerlo più in basso.

6) Non mettere il bambino a testa in giù.

7) Se il bambino ha più di un anno, si deve praticare la cosiddetta manovra di Heimlich: sistemare un pugno sopra l’ombelico e sotto allo sterno, circondarlo con l’altra mano e spingere verso l’interno e in alto contemporaneamente per aumentare la pressione interna al torace e facilitare l’espulsione.

8) Se il bambino ha meno di un anno, si danno cinque colpi sulla schiena tra le scapole. Se il corpo estraneo non viene eliminato, si ruota e si comprime per una profondità di 3 cm lo sterno.

9) Se il bambino diventa incosciente, bisogna aggiungere la rianimazione cardiopolmonare: massaggio cardiaco e respirazione (30 compressioni toraciche e due respirazioni).

10) Una volta superata l’emergenza, è comunque consigliabile sottoporre il bimbo a un controllo medico, soprattutto se si è praticata la manovra di Heimlich.

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