Poichè i modelli Proposti con l’evoluzione della moda tendono a essere standardizzati, gli sforzi spesso contraddittori di identificarsi in essi producono risultati banali, stereotipati e deludenti specie quando ciò cui si tende contraddice palesemente le condizioni estetiche di base del soggetto. Per trovare una soluzione accettabile e non illusoria è quindi necessario procedere in termini di “armonia” piuttosto che di rigidi canoni estetici, convincendosi che essere affascinanti non significa avere
i lineamenti perfetti. La bellezza infatti è condizionata da elementi soggettivi, culturali, emotivi, storici, biologici e via dicendo, al punto da avere dei canoni che nel tempo si sono modificati profondamente. ” saper creare quell’armonia che dona alla persona un aspetto luminoso e attraente deve essere al centro dell’interesse di chiunque operi nel settore dell’ estetica e a maggior ragione di chi e impegnato nel migliorare l’aspetto del viso.
Per incoraggiare coloro che, pur desiderando migliorare il proprio aspetto, esprimono timori per le caratteristiche degli interventi, va presentata l’odontoiatria microinvasiva. In odontoiatria, come in qualsiasi altra disciplina medica, meno invasivo è il trattamento terapeutico e più benefici ne trae il paziente.
Mantenere quindi la struttura biologica e anatomica deve essere la preoccupazione primaria di ogni medico durante lo studio del piano di trattamento. Quando si interviene si è spesso costretti a sacrificare ulteriore tessuto biologico e di conseguenza sono preferibili trattamenti che siano non solo risolutivi ma anche più duraturi possibile. L’obiettivo primario e quindi la conservazione del patrimonio biologico anatomico naturale che è programmato per durare tutta la vita. II miglior metodo per ottenere questo risultato è naturalmente la cura quotidiana dei denti (spazzolini, fili interdentali, dentifrici, collutori, fluoroprofilassi, ecc.). E infatti un luogo comune e completamente erroneo pensare che il decorso odontoiatrico naturale di un individuo sia quello di arrivare a dover portare una protesi mobile (dentiera). La vita di un dente si può dividere per fasi:
fase 1, dente sano vergine;
fase 2, dente con piccola otturazione;
fase 3, dente con grossa otturazione;
fase 4, dente con intarsio (ricopertura parziale);
fase 5, dente con corona (ricopertura totale);
fase 6, dente devitalizzato con corona;
fase 7, dente devitalizzato con perno e corona;
fase 8, estrazione (perdita dell’elemento dentale).
E’ ovvio che più lento è questa percorso e più l’elemento dentale è destinato a durare nel tempo. Ancor meglio sarebbe mani tenere i denti in salute liberi da qualsiasi tipo di restauro, cosa oggi facilmente ottenibile con un buon programma di prevenzione.
Per quanta riguarda l ricostruzioni e i restauri, che hanno solo una funzione estetica, e ancor più ero il principio di conservare quanto più possibile la struttura anatomica, perchè spesso stiamo lavorando su parti di dente sano.
Proprio in questa ambito entra di competenza l’odontoiatria micro o completamente non invasiva.
Della categoria dei restauri fanno parte le “faccette” (ricopertura parziale solo del lato esterno del dente con limatura di circa 3 decimi di millimetro dello smalto) e anche le “additional veneers” (aggiunta di piccole parti di ceramica senza nessun tipo di limatura). Queste ultime, quando possibile, sono da preferirsi in quanto non si sacrifica nessuna struttura anatomica. II sorriso è responsabile per il 60 – 70% dell’aspetto viso e a volte piccole correzioni possono fare grandi differenze. Buon sorriso a tutti.
Autore: Dr. Luca Lorenzo DALLOCA
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Pubblicazione maggio 2010