Tale rischio rimane dunque come un impegno oneroso da affrontare non solo per le coppie, ma anche per una società che dovrà poi accogliere ed inserire i prodotti di un concepimento non sempre responsabile.
La prima tappa per la prevenzione di queste malattie, fu la ricerca sistematica delle cosiddette «coppie a rischio», dalla cui unione cioé sarebbe potuto nascere con molte probabilità un neonato non perfetto. Alla coppia perciò venivano imposte determinate scelte: o non concepire o accettare il rischio e rimanere con l’ansia e le speranze fino al momento del parto.
Però se scientificamente il primo problema non si poneva nemmeno, il secondo invece offriva ampi spazi per la ricerca di metodiche in grado di diagnosticare in maniera innocua alcune delle malattie non solo prima della nascita, ma anche in un periodo di gestazione compatibile con un eventuale aborto elettivo. Venne così studiata la possibilità di operare un intervento in epoca:
1) pre-concezionale, cioè prima del concepimento materiale;
2) pre-natale, cioè tra il concepimento e la sua nascita.
Due delle tecniche che ci permettono di studiare il prodotto di concepimento durante la vita nell’utero sono: l’AMNIOCENTESI e l’ECOGRAFIA MEDIANTE ULTRASUONI. In questo articolo parleremo di questi ultimi che sembrano i più adatti per effettuare indagini e controlli di massa.
Cosa sono
L a vibrazione di alcuni cristalli particolari provocata da impulsi di varia frequenza, emette echi ultrasonici che vengono diretti, dopo alcune modifiche, verso i tessuti. È una metodica nata dagli sviluppi della applicazione dei Sonar durante la Seconda Guerra Mondiale per la ricerca di sottomarini o, più recentemente, di banchi di pesci.
Si sfrutta in pratica la capacità di certe sostanze di trasformare un impulso elettrico in energia meccanica vibratoria, generando così delle onde ultrasoniche che, incontrando vari ostacoli (per es. pelle, vescica, utero ecc.), si riflettono con intensità varia a seconda delle densità incontrate: più è consistente l’ostacolo, maggiore è l’eco di ritorno alla sonda indagatrice; esso viene trasformato in impulso luminoso su un video e letto immediatamente dal medico operatore. Così il feto compare sul monitor, come una volta il sommergibile sugli schermi delle navi nemiche.
Esistono vari tipi di apparecchi ad ultrasuoni che lavorano con tecniche diverse il cui elenco certamente non è importante in questa sede, anche se è interessante ricordare che vi è la possibilità di potere interpretare l’immagine in tempo reale, cioè non come una foto statica, ma come un film in movimento.
Tecnica dell’esame
L ‘esame in sè è molto semplice: in genere la donna viene messa supina sopra un lettino posto a fianco della macchina ad ultrasuoni; l’addome viene cosparso con una sostanza gelatinosa per fare aderire meglio la sonda indagatrice che viene direttamente appoggiata e guidata manualmente; essa è collegata con un cavo ad un monitor vicino.
L’unica preparazione che per un esame ostetrico si richiede alla donna, è presentarsi con la vescica molto piena. Questo serve sia per allontanare dal campo interessato anse intestinali (l’aria è il principale nemico degli ultrasuoni), sia per rendere meglio riconoscibili le strutture anatomiche, per esempio in caso di placenta con una inserzione nell’utero molto bassa. In genere per avere un buon riempimento basta consigliare alla donna di bere molto la sera precedente l’esame cercando di non orinare più.
A cosa serve
La sua utilità può essere riassunta in alcuni punti:
1) confermare malattie fetali, sospettate durante la visita e con le analisi in epoca preconcezionale;
2) scoprire una situazione di rischio pre-natale sfuggita precedentemente;
3) valutare un rischio insorto in una coppia considerata «non a rischio» ;
4) escludere che masse pelviche scoperte alla visita siano di pertinenza ostetrica;
5) controllare e monitorare nel tempo l’andamento della gravidanza;
6) controllare e valutare una sofferenza fetale cronica, per esempio scoprire un ritardato accrescimento intrauterino;
7) determinare con una certa precisione l’epoca effettiva di gravidanza.
Vantaggi
Sono numerosi grazie proprio al mezzo che si usa per l’indagine:
1) nessun rischio fetale dato che non si tratta di radiazioni ed una ripetizione dell’esame può essere fatta senza alcun problema;
2) nessun rischio nemmeno per la gestante che inoltre non necessita per un esame ostetrico di alcuna preparazione specifica: nè mezzi di contrasto per bocca o endovena, nè clisteri di pulizia, soltanto la vescica piena;
3) il risultato dell’esame è immediato e lo si può fotografare potendo ricorrervi come confronto negli esami successivi e controllare con precisione la variazione dei parametri presi in considerazione, per esempio il grado di accrescimento del feto rispetto all’età gestazionale;
4) facilità di attuazione dell’esame che se per il medico può offrire talvolta determinati problemi di lettura e interpretazione delle immagini, per la donna è certamente di minimo impegno.
Appliicazione pratica
Perchè l’esame abbia poi praticamente l’utilità ed i vantaggi prospettati, occorre ripeterlo più volte nel tempo per esempio alla 10a-11a settimana, intorno poi alla 21a-22a settimana e verso la 32a settimana.
Si potrebbe così porre diagnosi:
- di gravidanza
- di gravidanza multipla (gemelli)
- di aborto (se la morte avviene entro il 180° giorno di gestazione)
- di morte intrauterina (se avviene dopo il 180° giorno)
- di mola vescicolare (malattia degenerativa dei villi placentari)
- di malattie del liquido amniotico, per es. presenza di scarso liquido (oligoidramnios) o troppo abbondante (polidramnios)
-di malattie ginecologiche in gravidanza, per esempio di cisti ovarica, di fibroma uterino
- di alcune malformazioni fetali, per esempio mancata formazione di arti o organi, la presenza di ernie diaframmatiche, la presenza di malformazioni della colonna vertebrale o della testa e così via
- di impianto normale o patologico della placenta; questo dato è importante sia per scegliere le modalità del parto in caso di impianto basso («previo»), se per via naturale vaginale o con taglio cesareo, sia per evitare di danneggiarla durante l’esecuzione di una amniocentesi (puntura con aspirazione di liquido amniotico)
- distacco della placenta dall’utero, parziale o completo, in caso di una sofferenza fetale acuta o senza sintomatologia apparente
- di sesso, quando ciò è possibile
- di accrescimento fetale normale
- di presentazione fetale, cioè se podalico o cefalico
Tutto ciò può essere individuato; con poche sedute che in linea di massima non durano più di circa mezz’ora.
Tuttavia le indicazioni più frequentemente richieste sono i controlli dell’accrescimento fetale nell’ambiente uterino materno e gli indici più obbiettivi e precisi sono:
a) diametro biparietale della testa fetale;
b) diametro toracico trasverso nel suo punto massimo, circa alla altezza dello sbocco della vena ombelicale;
c) superficie dell’area toracica;
d) presenza del battito cardiaco fetale, sua visualizzazione e valutazione della frequenza mediante metodica «in tempo reale»;
e) eventuale diagnosi di sesso ricercando il sacco scrotale.
Con un buon apparecchio, un buon medico esperto e un po’ di … fortuna, si possono individuare vari elementi fin da poche settimane di gestazione:
- circa dalla 6a settimana presenza di una o più camere ovulari nell’utero;
- circa dalla 6a-7a settimana presenza di un battito cardiaco fetale, anche se lo si vede costantemente solo verso la 10a 11a settimana;
- circa dalla 8a-9a settimana dimostrazione di qualche movimento fetale ed inizio della misurazione del sacco ovulare;
- circa dalla 11a settimana si può iniziare a misurare la lunghezza tra vertice e sacro fetale;
- circa dalla 12a-13a settimana inizio della valutazione e misurazione del diametro biparietale della testa fetale;
- circa dalla 15a settimana si può già visualizzare la colonna vertebrale;
- circa dalla 16a settimana si può misurare lo spessore della placenta;
- circa dalla 16a-17a settimana si possono individuare già alcune delle malformazioni fetali;
- circa dalla 28a settimana si può fare la diagnosi di sesso.
Considerazioni conclusive
.Di fronte a simili possibilità, è chiaro che l’uso sistematico degli ultrasuoni può diventare uno dei principali metodi di controllo della gravidanza, naturalmente oltre ai classici parametri già considerati (dosaggi dell’HCG, dell’estriolo, dell’HPL ecc.).
La possibilità diretta da parte della donna, e ancor meglio della coppia, di potere osservare immediatamente durante l’esame e personalmente lo propria gravidanza, anche se sempre sotto l’interpretazione del medico operatore, può essere uno dei momenti fondamentali nel processo di scoperta e di investimento emozionale del nascituro da parte dei futuri genitori.
Nessuna donna può essere insensibile alla visione di un cuoricino che batte o di un braccino che si muove verso la bocca di un essere vivente da lei voluto e portato in grembo per nove mesi. Questi movimenti si apprezzano molto bene specie con gli apparecchi in «tempo reale», che forse meglio degli altri danno l’idea del movimento e quindi della vita.
Perchè dunque non donare alla donna un momento di felicità in più, visto che costa poco procurarglielo?
Certamente in questo modo sarebbero sempre meno avvertiti quei sentimenti di segreto opprimente, di tormentosa speranza di come sarà il nascituro, spesso presenti durante la gestazione.
Finalmente dunque un esame completamente vissuto dalla donna che vivrà così la gravidanza certamente più tranquilla e serena.
Dott. Riccardo Tripodi
Dott. Felice Repetti
Ginecologi
Pubblicazione Maggio 82 (n.3)