La tiroide è una piccola ghiandola posta alla base del collo eppure, nonostante le dimensioni ridotte, svolge un ruolo importantissimo per la nostra salute.
Quali sono le sue funzioni e quali le patologie più frequenti? Per capirlo ci facciamo aiutare dal dottor Alessandro Marugo, endocrinologo dirigente medico dell’ospedale Galliera di Genova.
Perché la tiroide è così importante?
“Possiamo dire che la tiroide sia una specie di centralina che, producendo ormoni, regola il funzionamento di tutte le altre ghiandole del corpo. Per questo una disfunzione alla tiroide produce una negativa reazione a catena su tutto il resto del nostro organismo”.
Quali sono le alterazioni della tiroide?
Le principali alterazioni di questa ghiandola sono due e determinano problematiche opposte: l’ipotiroidismo, che insorge quando la tiroide rallenta le proprie funzioni e l’ipertiroidismo che, al contrario, si manifesta quando la ghiandola lavora troppo”.
Parliamo di ipertiroidismo
“Quando insorge questa alterazione funzionale il paziente riferisce di sintomi specifici: tachicardia, tremori, perdita di peso, caldo, osteoporosi e, dal punto di vista estetico, gli occhi che tendono a protrudere verso l’esterno, una caratteristica tipica di chi è colpito da questa patologia”.
L’ipotiroidismo, invece, è la condizione opposta
“L’ipotiroidismo, cioè il rallentamento della funzionalità della tiroide, è l’alterazione di gran lunga più frequente: i pazienti che ne soffrono avvertono stanchezza, affaticabilità, un lieve aumento di peso causato soprattutto da un’accresciuta ritenzione idrica. Inoltre all’ipotiroidismo è sovente associata una modifica del volume della tiroide, con l’insorgenza del gozzo o lo sviluppo di noduli tiroidei; nelle donne può anche determinare alterazioni del regolare ciclo mestruale”.
Non c’è nessun legame tra le due patologie?
“L’aumento di volume della tiroide può essere associato a entrambe le patologie: una delle principali malattie che portano all’ipertiroidismo si chiama Morbo di Basedow e, quando si presenta, si associa un ingrandimento della ghiandola e la presenza di noduli. Al tempo stesso anche nell’ipotiroidismo, come abbiamo visto, si può generare l’aumento di volume e l’insorgenza di noduli per il tentativo della stessa ghiandola di sovvertire la sua scarsa produttività indotta dalla patologia”-
Esiste un paziente tipo?
“Le alterazioni funzionali della tiroide possono avvenire a qualsiasi età, in questo senso non si può quindi tracciare un identikit del nostro paziente tipo. Ci sono però alcuni picchi di incidenza in alcuni momenti chiave della vita, quando la tiroide è chiamata a lavorare di più: nella fase di crescita dei bambini, per esempio, nella gravidanza nelle donne, poiché la tiroide in quel periodo deve lavorare anche per il nascituro e subito dopo l’inizio della fase menopausale, quando l’organismo deve abituarsi a una nuova condizione. In queste circostanze, se sussistono casi di familiarità con le patologie endocrinologiche e si aggiunge, magari, una carenza iodica, si possono verificare le alterazioni di cui stiamo parlando”.
Ha parlato di carenza iodica: perché lo iodio è così importante?
“La tiroide funziona grazie allo iodio, una sua carenza può essere pericolosa per questa ghiandola così importante. Peraltro, contrariamente a quanto si pensava un tempo, lo iodio sprigionato dall’acqua del mare non è utilizzabile dal corpo umano, quindi il fatto di abitare in una zona marittima non porta alcun vantaggio in questo ambio. Lo iodio va ingerito attraverso gli alimenti che ne sono ricchi: ovviamente non è consigliabile ingozzarsi di pesce, frutti di mare o cozze per raggiungere la dose quotidiana raccomandata, anche perché in ogni grammo di alimento è presente una quantità trascurabile di iodio. La via più pratica, dunque, è quella dell’integrazione: in commercio esistono molti prodotti ad hoc ma la scelta più conveniente ed economica è insaporire i piatti utilizzando il sale iodato. Il sale è un pericolo per la salute se ingerito in dosi massicce ma un pizzico di sale iodato nei nostri piatti non ci danneggia e ci permette di integrare la dieta con lo iodio che ci è necessario per la nostra tiroide: per chi soffrisse di problemi cardiovascolari, poi, potrebbe scegliere il sale iodato iposodico, privo di sodio ma ricco di iodio, una scelta perfetta. Dobbiamo anche ricordare che l’Italia è considerata, dall’Organizzazione Mondiale della Sanità, una nazione gozzigena, dove cioè più del 5% della popolazione è affetta da gozzo, anche di più in alcune aree come le valli del bergamasco, certe zone del centro Italia e anche qualche località della Ligura: nel nostro Paese più di altri, quindi, è bene adottare delle corrette strategie per tenere lontane queste patologie”.
Le patologie della tiroide sono diffuse?
“Se sommiamo tutte le possibili patologie della tiroide, ipertiroidismo, ipotiroidismo, gozzo, noduli e ipotiroidismo subclinico (cioè la lieve alterazione della funzionalità della ghiandola, che è forse una delle condizioni più frequenti) possiamo arrivare anche al 40% della popolazione nazionale”.
E’ possibile diagnosticare queste patologie in modo precoce?
“E’ possibile e molto utile: un tempo si tendeva ad attribuire i sintomi tipici delle patologie tiroidee (dell’ipotiroidismo, per esempio, stanchezza, affaticabilità, perdita di capelli…) a una pletora di malattie che non venivano diagnosticate. Oggi esiste una maggiore cultura medica e per questo noi endocrinologi veniamo chiamati a valutare determinate situazioni con maggiore rapidità. Intervenire quando i sintomi di una patologia sono ancora molto sfumati rappresenta un grande vantaggio nel decorso del paziente e un’ottimizzazione dei costi per la sanità”.
Come si curano le patologie tiroidee?
“Nel caso di ipertiroidismo si utilizzano farmaci cosiddetti tionamidici, che hanno lo scopo di bloccare la funzionalità di una tiroide che sta lavorando troppo; quando, invece, si è colpiti da ipotiroidismo si è chiamati a seguire una terapia sostitutiva: si assume ormone tiroideo dall’esterno attraverso un farmaco che riequilibra la ghiandola che funziona poco. Questo farmaco deve essere assunto ogni mattina avendo cura di attendere almeno trenta minuti prima di consumare la prima colazione. Fortunatamente da alcuni anni sono disponibili delle formulazioni liquide che si possono assumere senza alcuna controindicazione, senza attese o rinunce. Esistono poi terapie chirurgiche che vengono utilizzate limitatamente alle forme neoplastiche (cioè quando si è di fronte a un cancro), ai gozzi particolarmente voluminosi oppure a quei noduli che portano all’insorgenza di ipertiroidismo. In linea generale la tendenza è quella di portare sempre meno pazienti in sala operatoria e di intervenire in anticipo con le terapie farmacologiche”.
In caso di intervento chirurgico quali sono le linee guida?
“Quando si è in presenza di gravi malattie neoplastiche si tende a effettuare una tiroidectomia totale, cioè una completa asportazione della ghiandola tirodea; in casi di formazioni che occupino solo una parte della tiroide si tende a effettuare un’asportazione parziale che conservi il resto della ghiandola non colpita. Rispetto al passato non si procede più all’asportazione del singolo nodulo: o si asporta tutto oppure si asporta il lobo (lobectomia) affetto dalla patologia”.